Valmontone, stazione dei treni: l’incubo di Simone Ortolano

L’odissea di un pendolare che ogni giorno affronta disagi notevoli per andare al lavoro

sovrappasso della stazione di valmontone

Stazione dei treni di Valmontone, sovrappasso

Valmontone, comune in provincia di Roma. Simone Ortolano da più di 26 anni convive con un handicap dovuto a un bruttissimo incidente stradale. La situazione di disagio della stazione di Valmontone non gli permette di accedervi in modo sicuro. Ogni giorno è un incubo.

sovrapasso della stazione di valmontone
Stazione dei treni di Valmontone, sovrappasso

Simone si reca in stazione a Valmontone tutti i giorni per prendere il treno che lo porta a lavoro. Tuttavia quella che dovrebbe essere una semplice routine, si trasforma quotidianamente in un incubo. L’inaccessibilità delle scale mobili e l’assenza dell’ascensore non gli permettono di accedere alla stazione con sicurezza. “Se potessi, pagherei per non avere la mia invalidità. Ma non posso. Pago invece l’abbonamento di Trenitalia come tutti ma da sempre convivo con un problema irrisolvibile. Voglio essere ascoltato“.

Valmontone. La storia di Simone Ortolano

Simone, quasi 43 anni, da più di 26 anni convive con un handicap dovuto a un bruttissimo incidente stradale avvenuto nel 1995. A 15 anni una brutta caduta dal motorino gli è costata 52 giorni in rianimazione, 7 operazioni alla testa, la perdita di un occhio e una paresi nella parte sinistra del corpo. I problemi alle gambe non gli permettono di muoversi bene e da anni può solo zoppicare.

Ogni mattina deve prendere il treno per andare al lavoro nella Capitale. Nella stazione di Valmontone le scale mobili sono state realizzate per funzionare solo per un verso (a oggi, 28 marzo, ancora non hanno iniziato a funzionare), e gli ascensori non sono mai stati montati. Nonostante la grave condizione, Simone è costretto ad accedere alla stazione attraverso scale ripide e strette per chiunque.

L’incubo quotidiano di Simone: 41 scalini ripidi e stretti

“Ogni mattina per andare a lavoro prendo la macchina e vado nella Stazione di Valmontone. Dal parcheggio, sia per entrare che per uscire, devo superare un binario“. I binari sono due, uno con i treni diretti a Roma che arrivano e uno con quelli della linea Cassino-Napoli. Per passare da una parte all’altra l’unica soluzione sono 41 scalini ripidi e stretti. “Gli ascensori non sono mai stati montati. Anni fa non potevano farlo per via dei lavori fatti male. Se li avessero fatti, sarebbero crollati subito. Ora sono abbandonati”.

Le scale mobili sono praticamente inesistenti. “Nella parte alta della stazione c’è il parcheggio, si può scendere giù con le scale mobili ma quando torno da Roma non posso perché non ci sono. Tutti i giorni Simone deve attraversare i binari da solo, e non è per niente semplice, oltre a essere rischioso per tutti.

Per attraversare i binari devo scendere dalla banchina della stazione col piede sinistro, reggendomi al cartello della scritta blu Valmontone, e poi scendo con la gamba destra cercando di trovare il giusto equilibrio. Devo trovare l’equilibrio e cercare di appoggiare il piede nei mattoni e non nelle pietre perché potrei cadere da un momento all’altro“, spiega Simone.

Stazione di Valmontone

La grave situazione di disagio: “una mattina stava per scappare il morto”

C’è un’unica soluzione per sviare il problema fisico che questo disagio crea a Simone: attraversare direttamente i binari. Una soluzione che, ovviamente, non può prendersi neanche in considerazione. “Per prendere il treno invece che fare 41 scalini la cosa più facile potrebbe essere quella di attraversare i binari. Ma non possono vedere come soluzione un’azione così pericolosa. Dopo quello che mi è successo non voglio e non posso mettermi in pericolo“.

Simone racconta che “una mattina stava per scappare il morto“. “Una persona era scesa nei binari e mentre stava scavalcando la transenna che sta nel mezzo, è arrivato un treno proveniente da Roma a tutta velocità che suonava fortissimo. Ci siamo spaventati tutti tantissimo. E’ veramente pericoloso“.

I lavori del comune di Valmontone non risolvono il problema

I disagi non sono solo per Simone. La stazione è frequentata anche da anziani, mamme con i passeggini o persone in carrozzina e anche loro, ovviamente, riscontrano delle difficoltà che a volte li impossibilitano a viaggiare.  La stazione di Valmontone è classificata come una stazione Silver, ossia con oltre 2.500 frequentatori medi al giorno, con picchi che superano i 4000 viaggiatori/frequentatori al giorno.

In effetti la stazione serve diversi Comuni limitrofi, i cui abitanti raggiungono Valmontone per spostarsi verso Roma o Frosinone: Artena, Genazzano, Cave, Olevano Romano, Piglio, Bellegra…

Il comune di Valmontone ha terminato da poco i lavori dello snodo ferroviario. La presenza degli autobus Cotral dovrebbe in qualche modo risolvere o attenuare la problematica, ma per Simone e tanti altri non è cambiato niente. “Chi dovrebbe interessarsi del problema è completamente assente da sempre“.

Un’ipotetica soluzione potrebbe esserci ma “siamo in Italia e il mondo è così”

Per Simone la soluzione potrebbe esserci. “Si potrebbe costruire un ascensore accessibile solo per chi ha un’invalidità e un bisogno. Andrei in Comune con il certificato di handicap e richiederei una chiave o una tessera con il quale potrei usarlo tutti i giorni“. “Ma sembra che a nessuno interessi. Finché non si vive una tale situazione non si può comprendere cosa significa.

La gente mi dice che all’andata basterebbe parcheggiare dove prendo il treno. Ma il problema non è risolto. Se lo facessi, quando torno da Roma, avrei la stessa problematica“. Bisognerebbe mettersi nei panni di chi ogni mattina si sveglia consapevole che “niente cambierà” e che l’unica giustificazione possibile si racchiude in “Siamo in Italia, il mondo è così“.

L’indifferenza fa più male del disagio stesso: “voglio solo essere ascoltato”

Gli occhi chiusi di fronte a tale ingiustizia provocano un senso di impotenza che a volte fa più male del disagio stesso. “Pago l’abbonamento come tutti. Questo problema fisico che mi accompagna da 26 anni non me lo sono cercato. Io non sono felice perché mi trovo così. Se potessi pagherei oro per tornare come prima. Ma non posso. Voglio solo essere ascoltato“.

Il 1 Febbario 2022 è stato intervistato da “Il Messaggero. L’articolo denunciava la medesima situazione. Nel pomeriggio erano stati contattati gli uffici di Trenitalia per capire il motivo di tanto disinteresse. La riposta è stata “stiamo vedendo un problema che risale a dieci anni fa“. Poi più niente. A oggi la situazione non è cambiata.