Opinioni

Valzer delle varianti: ci attendono anni di virus influenzali considerati Covid?

Covid, vaccini e varianti, la storia infinita tra scienza, e medicina.
In questi mesi sui media, ma anche tra la gente, si è parlato di medicina più che di ogni altro argomento. Ognuno di noi, a prescindere dalla competenza, spesso inesistente, ha detto la sua. In pochi sanno di medicina, meno ancora di virus, persino tra i medici.
Molti si sono affidati alla scienza, ritenendo che fosse un porto sicuro nel quale rifugiarsi nel caos della pandemia. Ma la medicina, come dimostrano i tanti errori fatti e le contrapposte opinioni sulle cure e i vaccini, non è una scienza esatta, pur essendo la disciplina che ci consente di cercare, passo dopo passo e con esiti a volte contraddittori, la cura più efficace contro le malattie.


Le domande di chi si affida al dubbio
Quelli che non si sono affidati ciecamente alla medicina ufficiale, si sono divisi in due gruppi: i cosiddetti “no vax”, arroccati su posizioni pregiudiziali e quelli che hanno cercato di orientarsi nel turbinio delle opinioni divergenti. Credo di far parte di questa categoria minoritaria.
Ci siamo interrogati su molte cose, non trovando risposte convincenti o addirittura non ricevendo alcuna risposta. Una su tutte quella che riguarda l’incredibile mortalità – percentualmente la più alta del mondo – registrata in alcune aree del nord Italia. Percentuale che non hanno raggiunto nemmeno l’India o il Brasile, che certamente hanno un sistema sanitario più debole del nostro. Ma lasciamo perdere le domande che nessuno vuole sentire e veniamo al vaccino, che vogliono somministrare anche ai bambini.


Vaccino: soluzione parziale, rischi e danni


Alcuni autorevoli medici, specialisti e ricercatori dicevano, fin dall’inizio, che il vaccino poteva avere due difetti: non essere risolutivo, per via della variabilità del virus e che avrebbe potuto comportare qualche rischio. Dei rischi, cioè dei danni che qualche sventurato sta pagando, non si può parlare. Se un medico ci prova viene immediatamente radiato. La risposta tombale che viene data è: “Nessuna reazione grave o mortale è direttamente riconducibile al vaccino”. Hanno fatto l’autopsia? No, amen.

Covid, il valzer delle varianti


Ma le varianti, inglese, indiana e di chissà dove, bussano alle nostre porte con insistenza. Le chiamano “alfa”, “delta” “lambda” e grazie all’alfabeto greco, di ben 24 lettere, tutte avranno un nome. Ma in molti ammonivano su questa eventualità, se non altro seguendo la logica e sapendo che il vaccino influenzale ordinario, non essendo mai lo stesso, deve essere ripetuto ogni anno. Perché mai il Covid-19 avrebbe dovuto comportarsi diversamente?


Varianti e nuove dosi
La domanda ora è: chi si è già vaccinato, può stare tranquillo o, come diceva una ragazzina l’altro giorno sull’autobus, dovremo fare la terza, quarta, quinta e forse ventiquattresima dose? E in che misura aumenterà il rischio di effetti collaterali? Molti temono l’inizio di una “storia infinita” dove qualunque virus influenzale sarà considerato parte della Pandemia, con decenni di chiusure, mascherine e limitazioni. Uno scenario terrificante.

Varianti Covid, i vaccinati stiano tranquilli: “Funzionicchia”

I consulenti del Governo dicono di stare tranquilli perché “chi si è vaccinato dovrebbe reagire meglio alle varianti”. Ma l’uso del condizionale fa venire alla mente la ridicola dichiarazione del Prof. Galli che disse: “il vaccino funzionicchia”. Con buona pace della scienza e delle certezze della medicina.

Le cure? Sparite dal radar
L’argomento cure preventive ed emergenziali è ovviamente sparito dall’agenda governativa. Anzi, non ha mai trovato spazio. Come mai? Secondo alcuni la risposta va cercata nella regola della medicina secondo la quale i vaccini vanno somministrati solo se non esistono altre cure possibili.

A pensar male si fa peccato…

A molti viene il sospetto che non si possa parlare di cure, ad esempio per rafforzare il sistema immunitario che ci protegge dai virus, perché ormai si sono investiti troppi soldi sui vaccini e tornare indietro farebbe fare una figura barbina ai nostri luminari di Stato. Ma a pensare male si fa peccato.

Francesco Febbraro

Architetto, con lunga esperienza di direzione di Dipartimenti e Municipi di Roma Capitale. Per anni docente universitario a Valle Giulia, autore di pubblicazioni sullo sviluppo urbano tra cui "Codilex Urbanistica" "Vademecum edilizio" e "La macchina inceppata" sull'organizzazione degli uffici pubblici. Scrive di attualità e politica.

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