Vatileaks: Fittipaldi-Nuzzi e noi giornalisti, la testimonianza
Se la Questura o altri volessero individuare i mandanti si rivolgano alla Fnsi: saremo lieti di comunicare loro le nostre generalità
Si é svolta questa mattina una nuova udienza del processo ai due giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi imputati per violazione del segreto di Stato. Per mostrare solidarietá ai due giornalisti la Fnsi, Usigrai insieme a Art. 21 e NOBavaglio avevano organizzato un presidio davanti l’ingresso dell’aula del tribunale Vaticano. L’intento era quello di chiedere alla Procura Vaticana di ritirare le accuse nei loro confronti e ribadire ancora una volta il ‘No’ a qualunque tentativo di imporre il bavaglio alla libera informazione. Nel pomeriggio di ieri in una nota la Questura di Roma vietava il presidio davanti al Tribunale senza una motivazione. Questa mattina senza striscioni e megafoni le associazioni di cui sopra hanno voluto esprimere la loro solidarietá ai due giornalisti attraverso la propria presenza davanti al Tribunale.
Nella stessa mattina mentre si svolgeva il sit-in é arrivata un’altra nota in cui si leggeva che non vi era stato alcun divieto alla manifestazione da parte della Questura di Roma «Non è stato adottato alcun provvedimento di divieto a carico dei promotori della manifestazione promossa da Articolo 21 in concomitanza con le attività processuali in atto oggi in Vaticano nell'ambito dell'inchiesta VatiLeaks». «I promotori della manifestazione – si legge nella nota – avevano rappresentato l'intenzione di organizzare un'iniziativa nell'area del Vaticano, in concomitanza con l'Udienza Generale del Santo Padre alla quale stanno partecipando oltre 40.000 persone. Ai promotori sono stati presentati gli evidenti motivi di sicurezza legati all'altissima esposizione a rischio della zona ma, essendo loro interessati all'area della Santa Sede, non hanno più presentato alcuna comunicazione». Ovviamente un scusa per difendersi dal polverone mediatico scatenatosi al seguito del divieto.
Sempre nella stessa mattina di oggi durante il silenzioso sit-in agenti della Polizia di Stato in borghese sono intervenuti per identificare alcuni partecipanti denunciati per ‘omesso preavviso’. La sottoscritta é stata identificata proprio mentre era in diretta con Teleradiopiú e stava come consuetudine di un giornalista riportando cosa stesse accadendo davanti al Tribunale. In collegamento diretto alla radio, con Marco Guidi c’era anche Gino Falleri, Vicepresidente dell’Ordine Regionale dei Giornalisti del Lazio che contestava il fatto del divieto a noi giornalisti di manifestare e soprattutto il fatto di dovere esibire le propria identitá in una normale circostanza lavorativa.
Nel pomeriggio di oggi a seguito delle identificazioni sono uscite note da parte della FNSI e USIGRAI che si schierano dalla parte dei giornalisti identificati manifestando la totale solidarietá. In una nota dell’Ansa di legge “La Questura di Roma, contraddicendo se stessa, ha annunciato stamane di non aver mai negato l'autorizzazione alla iniziativa di solidarietà con i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi. Qualche ora dopo la medesima Questura ha comunicato di aver identificato alcuni giornalisti, dirigenti di Articolo 21 e dell'Ordine del Lazio, per aver partecipato ad una manifestazione 'non autorizzata'". Lo ricordano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI, aggiungendo che "ad di là delle versioni contraddittorie e contrastanti, resta il fatto che non si è svolta alcuna manifestazione, ma una testimonianza di solidarietà civile e composta nei confronti di due colleghi imputati nel processo Vatileaks.
Se la Questura o altri volessero individuare i mandanti si rivolgano alla Fnsi: saremo lieti di comunicare loro le nostre generalità e di fornire tutti i chiarimenti necessari. Contestualmente chiederemo un incontro al ministro dell'Interno per chiedere a lui come è possibile che accadano simili episodi". La storia sembra non concludersi qua attendiamo ulteriori colpi di scena nei prossimi giorni. Un suggerimento peró alla Questura di Roma mi sento di darlo, credo che prima di emettere delle note in cui si autorizza una manifestazione e poi mandare agenti ad identificare e denunciare chi sta manifestando bisognerebbe avere le idee chiare e capire quale delle due strade intraprendere. Cosí facendo si potrebbe evitare di perdere credibilitá e non cadere nel ridicolo.
Oggi peró abbiamo di sicuro avuto una grande certezza, fare il giornalista é diventato davvero un mestiere complicato.