Velletri. Processo Lavinia Montebove, maestra imputata chiede la “messa alla prova”
L’impressione è che sia solo un modo per sottrarsi a una sentenza, pensano i genitori di Lavinia
Nella giornata di lunedì 19 giugno al Tribunale di Velletri si è svolta la 14ema udienza del processo sul caso della piccola Lavinia Montebove, la bambina investita nel parcheggio dell’asilo nel 2018 a 16 mesi e da allora in stato vegetativo, la difesa della maestra imputata, Francesca Rocca, ha chiesto il rito alternativo della messa alla prova.
Un istituto che potrebbe portare all’estinzione del reato che oggi, nei riguardi della maestra, è configurato come lesioni gravissime nei riguardi della piccola Lavinia. Resterebbe in piedi invece quello di abbandono di minori che grava sulla Rocca per aver lasciato la classe incustodita per trasportare la bambina in ospedale insieme alla mamma investitrice.
La prossima udienza in cui la giudice, Eleonora Panzironi, dovrà decidere è fissata per l’11 settembre. Questo ennesimo slittamento ferma comunque i tempi di prescrizione.
Il Papà di Lavinia: in 5 anni la maestra non ha chiesto scusa
“Per la prima volta in cinque anni c’è stata una sorta di ammissione di responsabilità perché la difesa dell’imputata ha chiesto una messa alla prova, istituto che prevede la sospensione del processo e di lavorare nel sociale con un programma preciso accolto dal giudice.
Questo istituto nasce perché si prevede responsabilità e consapevolezza per ciò che si è fatto, ma in cinque anni la maestra non ha trovato un attimo per chiedere scusa, ha proposto 1 euro di risarcimento, ha fatto venire in aula una testimone amica che abbiamo denunciato per falsa testimonianza, insomma la condotta processuale a tutto fa pensare tranne che alla consapevolezza di ciò che ha fatto.
Da babbo temo che la richiesta di oggi possa essere solo una scusa per arrivare all’estinzione del reato“. Massimo Montebove, il papà della piccola Lavinia, fuori dal Tribunale esprime con queste parole alla Dire la sua preoccupazione, ribadendo che attraverso l’avvocata che li rappresenta si esprimeranno a settembre quando sarà presentato questo programma di ‘messa alla prova’.
Legale della maestra imputata e della mamma investitrice
“Oggi è stata richiesta dall’imputata, la maestra Francesca Rocca, l’istituto della messa alla prova a seguito del cambio di capo di imputazione che dall’ipotesi di abbandono di minore è passata a lesioni personali gravissime: un reato colposo e non doloso e questo ci ha consentito di poter chiedere questo rito alternativo previsto per l’estinzione del reato”, ha spiegato alla Dire l’avvocata Anna Scifoni che difende sia la maestra Francesca Rocca che la mamma investitrice Chiara Colonnelli.
“Il giudice ha disposto una sospensione fino a settembre per l’elaborazione di un programma UEPE (Ufficio di esecuzione penale esterna). E’ il giudice che decide. Il reato è di altra natura – ribadisce Scifoni riferendosi al cambio di capo d’imputazione verso la maestra – dall’istruttoria dibattimentale non si ravvisa il dolo”.
“Lavinia non totalmente risarcita dall’RCA Auto”
Massimo Montebove vuole anche rispondere sul tema del risarcimento rispetto a quanto uscito sui media da alcune dichiarazioni della difesa: “Lavinia non è stata totalmente risarcita dall’Rca auto. Voglio ricordare che Lavinia ha bisogno di un’assistenza specialistica, che l’Asl ci garantisce 12 ore e le altre sono sulle nostre spalle. Noi non molleremo”, conclude risoluto il papà di Lavinia.