La Vespa Orientalis sta diventando una vera minaccia, con centinaia di segnalazioni in tutta la regione. Nidi enormi che in pochi giorni invadono le intercapedini o le tapparelle delle case. L’ultimo in ordine di tempo nell’ appartamento di Monteverde dove una famiglia di rientro dalle vacanze ha trovato la casa invasa.
Innanzi tutto dalla dimensione, sono insetti piuttosto grandi soprattutto se paragonati alle nostre api o vespe comuni. Presentano un corpo di colore scuro, generalmente marrone o nero, con striature gialle sul torace e sull’addome.
Sono dotate di un pungiglione molto resistente, attraverso il quale iniettano un veleno contenente una miscela di sostanze chimiche, tra cui istamina, acido solforico, proteine e altre tossine.
Le loro punture sono dolorose e provocano reazioni locali, come gonfiore, arrossamento e prurito. Tuttavia, in alcuni casi, le persone possono manifestare reazioni allergiche più gravi, che richiedono cure mediche immediate.
In caso di puntura (visto l’ingente quantità di veleno che viene sprigionato) è necessario allertare i medici.
La Vespa Orientalis, poi, rappresenta una minaccia per l’ecosistema locale. I vari esemplari, infatti, sono soliti attaccare altre specie di insetti utili, come le api, mettendo a rischio la biodiversità e il delicato equilibrio degli ecosistemi.
Questi insetti nidificano nelle intercapedini o nelle tapparelle. In alcuni casi nei pressi delle caldaie. Per capire come comportarsi in presenza di questo pericoloso insetto ci viene incontro Andrea Lunerti, esperto zoofilo con molta esperienza nel trattare nidi invasivi.
“Non avviciniamoci e nemmeno improvvisiamoci sterminatori di insetti perché potremmo rischiare di essere punti e, nel caso di soggetti allergici, con conseguenze pericolose per la salute”.
“Affidarsi sempre – ricorda l’esperto – alle persone competenti ed esperte e, soprattutto, non ricorrere ( come è accaduto in passato) a metodi “fai da te”: dagli spray ai materiali infiammabili che possono essere fortemente tossici per le persone oltre a scatenare incendi gravi”.
L’ultimo nido è stato ritrovato in un’abitazione a due passi dal colonnato di San Pietro dove risiede una coppia con una bimba di 15 mesi: “Siamo partiti per le vacanze agli inizi di luglio e abbiamo notato qualche vespa girare, ma non pensavamo che sarebbe potuto diventare un nido così grande con centinaia di esemplari“, racconta uno degli inquilini al Messaggero.
Gli insetti avevano nidificato nel tubo di scarico della caldaia interna: “Centinaia di individui che potevano diventare un migliaio nel giro di poco tempo”, sottolinea l’esperto Lunerti.
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