M5s e Pd sono nel pieno di una trattativa per la formazione di un Governo. I due partiti la pensano in maniera diversa su molte cose ma non è detto che non possano raggiungere un accordo convenendo su un programma condiviso. La Direzione del Pd si riunirà il 3 maggio per decidere se sedersi o meno al tavolo con il M5s. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, attende una risposta che dovrà arrivare entro il 9 maggio. Maurizio Martina, segretario reggente dei Democratici, è al timone di questa delicata trattativa, impensabile fino a pochi giorni fa. “C’è davvero bisogno di tutto il Pd”, ha postato oggi su Facebook, cosciente di non poter agire senza l’appoggio del suo predecessore, Matteo Renzi. “È nostro dovere confrontarsi”, ha scritto Martina. La parola chiave per avviare il dialogo sembra essere per entrambe le parti: “Programma” con un metodo condiviso.
“Sottrarsi alle richieste di Mattarella sarebbe da irresponsabili”, sostiene Andrea Orlando, Ministro del Pd, che si augura che il tavolo ci sia: “Cerchiamo un accordo programmatico o andiamo dritti alle elezioni”. Le maggiori difficoltà provengono dagli elettori delle due parti più che dai rappresentanti politici: dal popolo grillino abituato a identificare il Pd con il male assoluto, la causa del peccato originale, e quello democratico che ha ancora davanti agli occhi gli attacchi senza tregua dei Cinque Stelle.
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