Ecco un piccolo compendio per sfamare la vostra curiosità:
Ogni biglietto era contrassegnato con un numero di posto, un numero di livello e un numero di settore che indicava il cancello d’ingresso corretto. Le sedute erano di marmo, numerate e avevano linee incise sul marmo che mostravano che delimitavano lo spazio disponibile per ogni spettatore. Per facilitare l’individuazione del posto, nelle pareti accanto agli ingressi vi erano diagrammi di marmo su cui era segnata la disposizione dei posti a sedere.
Le persone comuni sedevano su assi di legno poste su sedili di marmo, ma le élite erano più comode: i senatori e gli “equites” (i cavalieri) avevano cuscini poggiati su sedie, più che altro sgabelli pieghevoli, chiamate “curules” (ne parlerò più avanti).
I 76 archi di ingresso, erano utilizzati dal grande pubblico, mentre 4 cancelli speciali non numerati costituivano i Grandi Ingressi. Gli ingressi del pubblico erano numerati per consentire un facile accesso ai posti assegnati. I numeri erano incisi nella pietra sopra ciascuno degli ingressi pubblici (ad esempio i numeri romani XXXVIII si riferivano alla porta numero 38).
Le porte speciali, non numerate, erano usate dai magistrati, dall’imperatore, dai ricchi patrizi, dai senatori, dai dignitari in visita e dalle Vergini Vestali. L’imperatore poteva accedere al Colosseo anche attraverso un tunnel riccamente decorato che partiva dal Palazzo Imperiale.
L’auditorium era chiamato cavea e circondava l’arena centrale dove si svolgevano gli eventi. Questa era separata dai posti a sedere da un massiccio muro, rivestito di marmo e da un grande fossato. La cavea era divisa in quattro ordini che si estendevano verso l’alto e indietro dal bordo dell’arena. Ogni ordine era diviso in sezioni (maeniana) da passaggi curvi e muretti (raecinctiones), ed era suddiviso in cunei (cunei).
Ogni fila (gradus) di posti era numerata, consentendo di individuare esattamente ogni singolo posto tramite il suo gradus, cuneus e numero.
Le aree dei posti a sedere riflettevano lo status sociale dell’occupante. I Patrizi e i Plebei erano originariamente le uniche due classi di romani, ma poi a questi si aggiunsero gli Equites o Cavalieri che appartenevano alla classe sociale appena inferiore a quella dei senatori e avevano il controllo sull’amministrazione e sulle finanze.
Il luogo in cui una persona sedeva nel Colosseo e lo stile di abbigliamento indossato indicavano immediatamente ai concittadini romani proprio la loro posizione nella gerarchia sociale romana.
Nel 20 a.C. circa l’imperatore Augusto introdusse un editto, applicato in tutto l’impero, chiamato “Lex Iulia Theatralis” che stabiliva la disposizione dei posti a sedere di tutte le diverse classi sociali nei luoghi pubblici come teatri, anfiteatri e circhi e allo stesso tempo bandì le donne dagli spettacoli pubblici (cosa che in seguito fu rivista).
Ciascuno dei quattro settori aveva gradinate:
Il primo livello (Podium ovvero posto d’onore), era riservato ai romani più importanti: l’imperatore, le vestali, i sacerdoti importanti e i membri del governo romano compresi i senatori romani. Si trattava di una piattaforma piana, o terrazza, larga circa 4-5 metri
Il secondo livello (Maenianum primum) era riservato alla classe nobiliare non senatoria degli Equites ed era composto da quattordici file di sedili in pietra o marmo.
Il terzo livello era originariamente riservato ai comuni cittadini romani, i plebei. Era diviso a sua volta in due sezioni: Maenianum secundum imum, cioè i posti migliori e più bassi per i plebei ricchi e Maenianum secundum summum, cioè i posti più alti per i plebei poveri.
Il quarto livello (Maenianum summum in ligneis) consisteva in ripidi sedili di legno (ma vi erano anche posti in piedi) sistemati nella galleria che correva attorno alla parete più alta dell’anfiteatro e fu aggiunto durante il regno di Domiziano. Era il settore che ospitava le donne comuni.
Da notare che schiavi, attori, becchini ed ex gladiatori non potevano entrare nel Colosseo
Il podio era una piattaforma piatta di marmo, o terrazza, che si estendeva attorno al primo ordine dell’arena alle cui estremità nord e sud erano previsti appositi palchi per l’Imperatore e le Vestali. Questi posti offrivano la migliore vista dell’arena. Sul podio trovavano posto i romani più elitari, tra cui l’imperatore e la famiglia reale, nobili, senatori, sacerdoti importanti o dignitari in visita. I senatori potevano portare le proprie sedie e spostarle a piacimento. Si trattava di sgabelli chiamati sedie curule “sella curulis”, pieghevoli e facilmente trasportabili. Una sedia curule era uno sgabello sostenuto da una struttura a croce, era tradizionalmente realizzata in avorio con gambe ricurve che formavano un’ampia “X”, non aveva schienale ed era fornita di braccioli bassi.
L’imperatore occupava una posizione ben visibile su una pedana rialzata e prominente al centro del lato più stretto dell’arena, sul lato nord, all’incirca dove oggi c’è una croce per ricordare i cristiani che morirono nell’arena. Intorno alla pedana rialzata c’erano quattro colonne, ciascuna sormontata da una statua della vittoria, che sorreggevano un baldacchino o tenda, sopra di essa.
Al palco reale si poteva accedere tramite un tunnel che conduceva al palazzo imperiale. Il palco imperiale sopraelevato, da cui l’imperatore assisteva ai giochi, era chiamato “cubiculum”. Sebbene questo termine venisse usato per indicare una camera da letto in una casa romana, esso si applicava anche al palco imperiale poiché gli imperatori potevano sdraiarsi nei cubicoli su un “bisellium”, una sedia riccamente ornata o un posto d’onore durante i giochi. Il bisellium era così chiamato perché c’era spazio per due persone su cui sedersi, anche se vi sedeva sempre e solo l’imperatore.
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