Viadotto Biondi: altri due smottamenti
Il sindaco Ottaviani dona a Zingaretti le chiavi di legno della città
“Se vi è un’espressione, nell’amministrazione del territorio, che lascia sempre l’amaro in bocca – afferma il sindaco Nicola Ottaviani – e che normalmente viene ribadita all’indomani degli eventi calamitosi, quella è: noi l’avevamo detto. Purtroppo, però, la semplice constatazione di uno sviluppo prevedibile degli eventi non può costituire motivo di attenuazione dello sconforto e, soprattutto, elemento bastevole per la risoluzione del problema. Fatto sta che i due nuovi smottamenti della frana, nella zona del viadotto Biondi, uno sugli scatolari in cemento posizionati a marzo nell’alveo del fiume e l’altro cinquanta metri più a valle, a seguito delle precipitazioni della scorsa notte, hanno provocato un nuovo allarme immediato nella zona attigua all’ascensore inclinato.
A fronte dei primi interventi di messa in sicurezza realizzati nell’immediatezza dell’evento calamitoso, direttamente dal comune di Frosinone, si registra da parte della Regione, a distanza di sei mesi, l’avvio di alcune procedure per l’effettuazione di sondaggi, del valore di appena ventimila euro, contestualmente a quanto richiesto anche dal Comune di Pontecorvo.
Il disinteresse e la sufficienza, con cui viene trattato dalla Regione Lazio il dissesto idrogeologico del Capoluogo, e il ripristino della viabilità sul viadotto Biondi, attestano la scarsa considerazione di cui gode il nostro territorio dalle parti della Pisana. Fino ad ora abbiamo tenuto toni sin troppo pacati, ma la seria prospettiva dell’allungamento dei tempi per la realizzazione delle opere e della ripresa del movimento franoso, in concomitanza delle precipitazioni autunnali, impongono alla Regione di smetterla di fare melina, con l’assunzione delle relative responsabilità. Ad oggi – conclude il Sindaco Ottaviani – ad eccezione delle comunicazioni arrivate al Comune di Frosinone, circa l’installazione di alcuni inclinometri e la prossima effettuazione di alcuni sondaggi, la nostra amministrazione e la cittadinanza non hanno il piacere di conoscere se esiste un impegno di spesa effettivo, commisurato alla gravità del problema, se siano stati elaborati programmi di intervento per lotti funzionali e, soprattutto, se sia stata approntata almeno la bozza di un crono programma.
E’ per questo che in segno di riconoscimento e proporzionata gratitudine, donerò domani al presidente Zingaretti le chiavi della città, che, naturalmente possono essere al massimo di legno, e non certo di metallo pregiato. Del resto più che consegnare simbolicamente le chiavi dei cantieri interessati dalle frane, come amministrazione comunale, altro non potremmo fare, in quanto la difesa del suolo e del territorio sono materie di competenza strettamente regionale, anche se la ricaduta di tale disinteresse è a danno esclusivo del nostro territorio”.