Viaggio nell’ideologia gender: a braccetto con satanismo e capitalismo?
L’ideologia gender, secondo alcuni studiosi, va sottobraccio con satanismo e capitalismo spianando la strada a quest’ultimo
È chiaro come il modello gender sia, in realtà, un nuovo modo di concepire la società in tutte le sue espressioni; esso rappresenta una rivoluzione globale sotto l’aspetto politico, culturale e soprattutto in ambito didattico-formativo puntando sulla modifica della metodologia e dei programmi nel settore dell’istruzione allo scopo di modificare quei modelli di comportamento di uomini e donne che vengono considerati come pregiudizi; in fondo lo scopo è quello di far passare le pratiche tradizionali e tutte le altre pratiche basate su una distinzione tra i sessi o su ruoli come degli stereotipi maschili e femminili. Facendo leva in modo strumentale in alcuni momenti sul movimento femminista e in altri sull’elemento omosessualista si cerca di raggiungere l'obiettivo di demascolinizzare i maschi e di maschilizzare le femmine, diffondendo e proponendo l’omosessualismo come una pratica naturale se non, addirittura, virtuosa puntando alla demolizione della famiglia e sottraendo, in questo modo, alla società la sua forza vitale; in questo scenario ci si chiede qual è la posizione della Chiesa e quali le implicazioni spirituali che, una frangia di chi si oppone all’ideologia di genere, vede dietro quanto finora evidenziato?
La risposta a questa domanda sarà certamente rifiutata da atei e agnostici e presa con le pinze da moltissimi credenti; tuttavia nel giugno 2010, l’allora cardinale Bergoglio spiegava che dietro l'ideologia di genere “c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra. Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. È una mossa del padre della menzogna che cerca di confondere e di ingannare i figli di Dio”. Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni e che, analizzata dal punto di vista del credente, fornisce ulteriori spiegazioni che oggi, a distanza di circa dieci anni, sembrano sfuggire al Bergoglio papa.
Eppure il messaggio che l’ideologia gender propone è che l’individuo non è ciò che madre natura ha creato ma è ciò che vuole essere; assume centralità, pertanto, l’autodeterminazione dell’individuo che va a stravolgere le colonne portanti del creato, della natura, e, pertanto, anche dell’essere umano sia dal punto di vista individuale che collettivo negando la realtà; il fare riferimento e affondare parte del pensiero nel femminismo di impronta marxista, hegeliana o bakuniniana non può evitare il richiamo alle idee di Bakunin e alla sua concezione di emancipazione dell’umanità che richiama le teorie appena menzionate. Egli nel narrare la storia della Genesi, con il divieto di mangiare l'albero del bene e del male, indica un Dio che voleva l’uomo come un animale a quattro zampe davanti a sé e Satana come il primo libero pensatore ed emancipatore del mondo, il quale ha fatto uscire l'uomo dalla sua ignoranza e dalla sua obbedienza bestiale. Satana viene proposto come emancipatore dell’uomo, come colui che lo segnò con il sigillo della libertà e dell'umanità, convincendolo a disobbedire e a mangiare il frutto della conoscenza ossia della scienza.
In nome di quella scienza giungiamo ai giorni nostri in cui si legge di cliniche degli orrori, come il Tavistock Center di Londra, dove bambini anche di tre anni vengono trasformati in bambine e viceversa; le pratiche sono evidenziate dal Times in cui si legge di una denuncia da parte di alcuni medici i quali descrivono come molti bambini (quasi 3000 nel 2018) sono oggetto di una transizione ormonale senza che gli esperti potessero valutare i motivi della loro “confusione sessuale”. Sulla stessa linea di condotta l’ospedale Niguarda di Milano in cui, nonostante pareri contrari di altri medici, un padre denuncia che il figlio è stato indirizzato al trattamento ormonale già al secondo colloquio con lo psicologo.
Se da un lato la transizione di genere viene proposta come una procedura normale e moderna, oltre che segno di evoluzione, dall’altro lato si leva il coro di esperti che vede in questo orientamento una vera e propria violenza esercitata su minori che, confusi e perciò vulnerabili, non trovano in queste pratiche alcun aiuto. Non ci siamo accorti della graduale affermazione di questa teoria che è il frutto di una sapiente regia sovranazionale e che si è infiltrata nei vari livelli delle istituzioni sovranazionali, europee e nazionali; una regia che, a sua volta, risponde ad una realtà globale e ancora più potente che è quella del capitalismo mondiale e delle sue leggi. Un capitalismo che ha realizzato, nei decenni, un progetto di ristrutturazione sociale e antropologica che ha fatto venir meno tutte le forme di comunità, in primis quella della famiglia, ogni forma di coscienza di classe, tanto che non esistono più le lotte di classe, non esiste più la parola proletariato, tutte le forme di identità, siano esse di genere o di appartenenza culturale e nazionale, ogni forma di radice storica, quindi l’importanza della scuola e di una istruzione non più tale che si occupa non più di storia ma di attualità; tutto ciò ha come ultima roccaforte la coscienza di genere che la teoria gender sta gradualmente distruggendo.
Una teoria, quindi, che non ha nulla a che fare con il riconoscimento delle differenze e la tutela dei relativi diritti poiché, è chiaro, tende a dissolvere le differenze stesse la cui principale è, appunto, quella tra uomo e donna, maschio e femmina; una teoria che, volutamente, confonde la differenza di genere con i differenti orientamenti sessuali allo scopo di giungere ad un appiattimento che apra la strada, definitivamente, ad un capitalismo sempre più dilagante e a una mercificazione di qualsiasi cosa.