Viaggio nell’ideologia gender: l’annullamento dell’ordine naturale
Da John Money a Shulamith Firestone fino a Margaret Sanger vennero eseguiti esperimenti su bambini
Oltre che basare le sue teorie su concetti presi in prestito da Marx Freud e Engels, Shulamith Firestone attinse alle teorie apparentemente legate a protocolli sanitari del dottor John Money, endocrinologo dell’università di Baltimora, che fondò nel 1965 una clinica per l’identità di genere nella quale sottopose a esperimenti di riassegnazione di genere due gemelli, i fratelli Reimer, successivamente entrambi suicidi.
John Money
L’obiettivo del gruppo di attiviste femministe guidate dalla Firestone era innanzitutto quello di ottenere un completo controllo sulla riproduzione, poi una liberalizzazione totale della sessualità attraverso l’annullamento della famiglia e infine la stessa abolizione della distinzione tra i sessi.
Secondo Money l’identità sessuale era qualcosa legata alla autodeterminazione del soggetto e, pertanto, la personalità maschile e femminile secondo lui non era dipendente dalla caratteristica sessuale biologica ma si trattava di una convenzione sociale e culturale che poteva essere modificata come tentò di dimostrare con i suoi esperimenti di trasformazione sessuale dei bambini.
Già prima di Money e della Fireston, però, un altro personaggio aveva esposto le sue idee in linea con quelle dei successivi teorici; parliamo di Margaret Sanger (in foto), infermiera e pioniera della contraccezione oltre che dei cosiddetti diritti riproduttivi, la quale già dai primi del ‘900 aprì a New York una clinica di controllo delle nascite e fu arrestata per le sue idee. La Sanger fondò una organizzazione divenuta poi, agli inizi degli anni ’40, la “Planned Parenthood Federation of America” successivamente non solo entrata in ambito ONU ma, addirittura, stilò per conto dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un memorandum che aveva lo scopo di controllare le nascite attraverso una riduzione della fertilità umana.
La Planned Parenthood, che si batteva negli Stati Uniti in favore della legislazione abortista, dell’educazione sessuale, dell’accesso a certi servizi medici anche contrastando la libertà all’obiezione di coscienza, sosteneva la necessità di educare i bambini alla sessualità, come si legge nel predetto memorandum in cui, inoltre, gli obiettivi indicati erano quelli di ristrutturare la famiglia, posticipando o addirittura evitando il matrimonio, alterandone l’immagine tipo, di incrementare percentualmente l’omosessualità con lo scopo di ridurre la fertilità umana.
Le menzionate teorie, che probabilmente apparvero alquanto visionarie e trasgressive e che incitavano ad una artificializzazione e riprogrammazione della riproduzione umana, oggi le vediamo materializzarsi con la moderna riprogenetica; ascoltiamo di scienziati americani che stanno creando strutture simili agli embrioni teoricamente allo scopo di essere utilizzate per studiare lo sviluppo dell’embrione stesso e per testare i farmaci oltre che per la ricerca genetica; abbiamo notizia della clonazione umana ormai in dirittura di arrivo e per la quale il problema etico viene posto come ricatto dei sentimenti mentre una fetta della società preme per poter, così, riavere i suoi figli perduti, o copie di essi; nel corso dello sviluppo della ricerca sulle cellule staminali, negli ultimi 20 anni, è stata ventilata molte volte la possibilità inquietante di rendere l’uomo obsoleto; si parla di genoconomia, ossia lo studio degli effetti economici corrispondenti al corredo genetico degli individui; il principale istituto di bioetica del Regno Unito, il Nuffield Council on Bioethics, ha dato il via libera alla modificazione intergenerazionale del genoma umano sostenendo la sua ammissibilità; la pratica dell’utero in affitto è diventata una opzione non possibile bensì desiderabile.
Così la vera distruzione della famiglia sta avvenendo, prima che su linee culturali e morali, su base materiale e genetica mentre i vecchi modi di pensare, i valori tradizionali non sono più in grado di contrastare la grave situazione di crisi culturale nella quale ci troviamo; Tutto ciò che non dipende da noi, compreso il dato biologico dell’identità sessuale, è irrilevante e può essere alterato e modificato; da qui l’ideologia gender generale, ossia l’idea che l’identità sessuale possa essere il prodotto di un processo intenzionale e volontario.