La violenza contro le donne e i femminicidi sono realtà purtroppo ancora troppo presenti nel nostro Paese. Ulteriormente aggravate dalle condizioni di convivenza forzata date dal lookdown. L’Eures ha dichiarato, nel suo VII Rapporto sul femminicidio in Italia, che nei primi dieci mesi del 2020 le donne vittime di omicidio sono state 91, una ogni tre giorni. Con un’incidenza del contesto familiare nei femminicidi che raggiunge l’89% e con un caso su 2 in cui il femminicidio di coppia ha avuto in precedenza ripetuti episodi di maltrattamenti.
In questi ultimi anni la Regione Lazio ha messo in atto molte iniziative e azioni finalizzate a sensibilizzare i cittadini verso il contrasto alla violenza di genere e al conseguimento delle pari opportunità tra uomini e donne in ambito lavorativo, scolastico, economico.
“Questi numeri ci colpiscono con tutta la loro drammaticità e trasversalità e ci obbligano a cercare di spezzare questa aberrante catena contro le donne nel nostro Paese”, Marco Vincenzi, presidente del gruppo del PD in Consiglio regionale del Lazio, commenta così l’approvazione di una mozione, presentata, a nome di tutto il Gruppo del Partito Democratico, il 25 novembre, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e che intende supportare e rafforzare il lavoro già svolto dall’amministrazione Zingaretti e proporre ulteriori strumenti per contrastare la violenza di genere.
Secondo l’Istat, nel Paese una donna su tre ha subìto qualche forma di violenza nel corso della sua vita, specialmente in famiglia. Questo vuol dire che in Italia poco meno di sette milioni di donne tra i sedici e i settant’anni hanno subìto violenza fisica (20,2 per cento) o sessuale (21 per cento). Gli autori delle violenze più gravi sono prevalentemente i partner o gli ex partner (62,7 per cento). Gli sconosciuti invece nella maggior parte dei casi commettono molestie sessuali (76,8 per cento).
Secondo l’ultimo rapporto 2020 dell’Istituto Europeo per la parità di genere (EIGE – European Institute for Gender Equality), l’Italia si colloca in 14° posizione in Europa con un punteggio di 63.5 su 100 nel “Gender equality index”, cioè l’indice di uguaglianza tra generi che un Paese raggiunge. Pur riscontrando un progressivo miglioramento rispetto al 2010 (+10,2 punti), il risultato complessivamente è ancora 4.4 punti al di sotto della media europea.
Il Global Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum colloca l’Italia al 76° posto su 153 Paesi nel mondo ed evidenzia come la parità tra uomini e donne a livello globale, in assenza di radicali cambiamenti, non sarà raggiunta prima di un centinaio di anni considerata la strutturale e trasversale persistenza di divari tra uomini e donne, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico.
L’Italia ha ratificato e reso esecutiva la Convenzione di Istanbul con propria legge del 27 giugno 2013, n. 77 e implementato negli anni la normativa di contrasto alla violenza di genere, in particolare attraverso:
Nonostante i numerosi interventi normativi, è ancora molto difficile raccogliere dati e statistiche sui femminicidi e su tutti i tipi di violenze e, anche per questo, nel 2017 è stata istituita una commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio che ha l’obiettivo di studiare quali sono i meccanismi che legittimano e alimentano la violenza sulle donne e di elaborare strategie e politiche per contrastarla.La violenza di genere è un fenomeno strutturale e diffuso, ma ancora in gran parte sommerso. Secondo le stime Istat, infatti, solo 12% delle violenze è denunciato.
La Regione Lazio ha messo in atto negli anni molteplici iniziative finalizzate al contrasto alla violenza di genere, anche attraverso importanti attività legislative. La Legge Regionale 19 Marzo 2014, n. 4 recante “Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna” prevede interventi regionali finalizzati alla promozione di politiche integrate di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.
Attraverso la promozione, presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, di specifici progetti e interventi per la diffusione di una cultura dei diritti umani e del rispetto dell’altro, con particolare riferimento alla prevenzione e al contrasto della violenza e al superamento degli stereotipi di genere; il sostegno e potenziamento delle strutture e dei servizi di presa in carico, di accoglienza e di reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza e dei loro figli.
Il rafforzamento delle reti locali idonee a prevenire e a contrastare episodi di violenza nei confronti delle donne. La promozione di interventi volti a sostenere l’autonomia economica e psicologia delle donne vittime di violenza. Ai fini dell’inserimento lavorativo, anche attraverso forme di sostegno a iniziative imprenditoriali. Il sostegno alla formazione professionale rivolta agli operatori pubblici e del privato sociale.
Inoltre da sei anni nel Lazio è operativa la Cabina di regia per la prevenzione ed il contrasto della violenza contro le donne. Si occupa di coordinare gli interventi e le misure per la prevenzione ed il contrasto della violenza contro le donne e il sostegno delle vittime e dei loro figli. Inoltre di formulare e coordinare le proposte da sottoporre alla Giunta regionale, relativamente al piano regionale in materia.
Infine, di promuovere l’attivazione di una rete regionale antiviolenza di cui fanno parte le istituzioni, gli enti pubblici e privati, le reti locali nonché le associazioni operanti nel settore assicurando il raccordo con la rete nazionale antiviolenza del dipartimento per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Nel giugno 2020 la Legge Regionale 3 del 17 giugno 2020 recante “Interventi di prevenzione e sostegno in materia di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” è intervenuta, integrando la normativa nazionale, sul fenomeno del Revenge Porn impegnando la Regione a garantire interventi di prevenzione, sostegno alle vittime e, in generale, di diffusione della cultura del consenso e del rispetto della dignità nonché della vita privata.
La Regione ha fortemente implementato la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio sul territorio che, ad oggi, conta 13 centri antiviolenza esistenti e 11 di prossima apertura, 8 case rifugio funzionanti e 2 in via di apertura. L’istituzione del contributo di libertà rivolto alle donne che hanno subito violenza, segnalate dalle Legali rappresentanti delle Case rifugio e dei Centri antiviolenza della rete regionale, per riconoscere un sostegno nella delicata fase di conquista dell’autonomia personale delle donne, anche con figli/figlie minori.
La segnalazione di alloggi appartenenti al patrimonio immobiliare dell’Ater perché vengano riservati all’autonomia abitativa delle donne vittime di violenza. Inoltre il finanziamento di iniziative pubbliche volte alla valorizzazione dei luoghi della memoria delle donne.
Tanti interventi sono stati fatti anche nelle scuole superiori, come l’istituzione di un premio annuale rivolto alle studentesse e gli studenti, dedicato alla memoria di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. Le due ragazze furono barbaramente violentate a San Felice Circeo, il 1° ottobre 1975. Rosaria Lopez fu uccisa e Donatella Colasanti si salvò solo perché creduta morta. Le belve feroci erano un gruppo di ragazzi, loro coetanei. Un obiettivo raggiunto è stato la realizzazione del progetto “Io non odio”, un percorso di sensibilizzazione sui temi del contrasto della violenza maschile contro le donne e degli stereotipi di genere, della promozione della parità di genere e delle pari opportunità.
Dal progetto nascerà la rete delle scuole del Lazio contro la violenza. Infine è recente la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa con l’Ordine degli Avvocati di Roma a favore delle donne, residenti e/o domiciliate nel Lazio. Donne che abbiano subito nel territorio regionale un reato con violenza di natura fisica, sessuale, psicologica, economica o di stalking. Donne che non possono fruire del patrocinio dello Stato, per offrire loro patrocinio legale, in sede giudiziaria e nella fase immediatamente precedente all’avvio di un’azione legale, compresi eventuali ricorsi a consulenza in ambito civilistico o tecnico di parte.
La mozione presentata in Consiglio regionale dal gruppo del Partito Democratico rafforza l’impegno della Regione Lazio a continuare a promuovere tutte le iniziative integrate e strategiche atte a contrastare la violenza sulle donne e fermare i femminicidi, implementando la normativa relativa, coinvolgendo e sostenendo sempre più gli Enti locali nelle azioni di sensibilizzazione della cittadinanza e di valorizzazione del protagonismo femminile, avvalendosi anche delle competenze delle associazioni del territorio regionale.
Ma le azioni per contrastare la violenza di genere non possono essere efficaci se non sono accompagnate da adeguati impegni economici. Per questo nella mozione viene richiesta l’adozione del Bilancio di genere per determinare l’impatto delle politiche pubbliche su donne e uomini, con obiettivi di equità, efficienza, trasparenza e partecipazione.
Viene richiesto inoltre di rappresentare in sede di Conferenza delle Regioni e della Conferenza Stato-Regioni la necessità di un impegno di pianificazione e finanziario adeguato alla sfida strategica di superare la violenza contro le donne, a valere sulle risorse del Recovery Fund, da utilizzare in quota parte sui territori grazie all’apporto della Regione su questo tema.
Sempre sul piano nazionale si richiede di istituire un osservatorio e un sistema di monitoraggio sulla violenza di genere, concertato coi Centri antiviolenza, che sia in grado di fornire una lettura corretta e tempestiva dei dati riguardanti questa complessa e radicata forma di violenza.
“Sensibilizzazione, educazione, prevenzione, monitoraggio, cultura del rispetto e piano finanziario”, conclude Vincenzi. “Passa dall’unione di tutti questi elementi un concreta ed efficace strategia per contrastare la violenza sulle donne e combattere quella cultura maschilista e vile fondata sulla disparità, sul sopruso e una malata idea di possesso che ne sono alla base”.
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