Promuovere il territorio, ponendo l’accento su qualità ed educazione del buon bere. E’ questa evidentemente la mission del Vinitaly 2023. La manifestazione dedicata al vino e ai distillati giunta ormai alla sua 55 edizione, che fino al 5 aprile sarà di scena a Verona. Presente come sempre anche la Regione Lazio con i suoi migliori prodotti.
4 mila espositori, 30 paesi, 570 mila imprese e 870 mila addetti ai lavori, 150 mila visitatori ogni anno. Sono questi i numeri di un appuntamento che dal 1967 riscuote sempre grande successo e partecipazione del pubblico.
Presente anche il Lazio, dunque, con un padiglione interamente dedicato alle bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Roma, Rieti, Viterbo, Frosinone, Latina, le province sono presenti per un viaggio che miscela sapientemente cultura e territorio, natura e biodiversità.
In un momento storico come questo, nel quale si discute anche delle possibili minacce al settore, dovute alla proposta di inserire sulle etichette frasi dissuasive, simili a quelle sui pacchetti delle sigarette, il Vinitaly è l’occasione perfetta per far coincidere enogastronomia e informazione territoriale.
Per un più approfondito punto della situazione, abbiamo intervistato Francesco Guercilena, Presidente AIS Lazio, l’Associazione Italiana Sommelier della nostra regione.
“Il Vinitaly è un appuntamento importante” – ci dice Guercilena – “E come tutti gli anni rappresenta un momento importante di scambio e relazioni con il mondo dei produttori. E’ sicuramente il miglior evento che abbiamo in Italia e non solo. Permette di creare tante e reali connessioni, rappresenta un momento di confronto per raccontare nuovi vini, prodotti e denominazioni. E’ certamente un’opportunità di scambio economico per i produttori”.
Il Lazio è naturalmente presente con tutte le sue province. Facciamo un quadro delle denominazioni laziali presenti in questa edizione…
“Nel Lazio abbiamo rappresentate tutte le province, con produttori diversi. La regione è presente con un padiglione posto in una posizione centrale. Ci si arriva appena dopo l’ingresso principale di Vinitaly. Ottimo per l’affluenza e per i visitatori che giungono sul posto. Tuttavia ci sono altri produttori dislocati in altre aree della fiera. Nel giorno inaugurale ho felicemente notato che il padiglione del Lazio era particolarmente affollato: un dato che ci fa piacere perché testimonia un crescente interesse nei confronti della regione, da parte di persone che provengono da altri territori. Parlo di buyers italiani e stranieri”.
Quali sono le prime impressioni in merito all’export?
“Il Lazio registra un dato positivo per quanto riguarda la crescita dell’export. Un dato in controtendenza rispetto agli ultimi anni, se lo paragoniamo a quello di altre regioni un pochino più ferme da questo punto di vista. Il Lazio suscita interesse maggiore per la differenziazione di climi e territori, che danno vita a espressioni di vino differenti”.
Fra le denominazioni presenti quali sono quelle che stanno riscuotendo maggiore interesse da parte dei visitatori?
“Il Frascati è quello che sta sicuramente riscoprendo l’attenzione che merita, che non si vedeva da un po’ di tempo. E’ una denominazione che si sta riscoprendo come vino di qualità importante. Siamo sopra un vulcano, oggi i produttori riescono ad esprimere meglio la territorialità. L’Alta Tuscia Viterbese ogni anno conferma la sua vocazione di territorio di qualità con tanti prodotti, sia bianchi sia rossi. E poi la crescita maggiore c’è stata anche con il Sud del Lazio, in Ciociaria. Da una parte la zona del Cesanese, che da 10 anni a questa parte sta ottenendo grande attenzione. Poi il Cabernet di Atina, un vino a DOC prodotto in provincia di Frosinone nei comuni di Atina, Gallinaro, Belmonte Castello, Picinisco, Sant’Elia Fiumerapido, Alvito, e Villa Latina. Inoltre la zona di Latina, che guarda verso il mare, con una riscoperta del vitigno autoctono Bellone, vitigno versatile”.
“Non solo come vino bianco fermo, ma in altre versioni. La nuova realtà d’avanguardia è rappresentata dal reatino, con la viticultura di montagna. Lì i vigneti in alcuni casi sono situati al di sopra dei 600 m di altezza. Tutto questo conferisce particolarità ai prodotti della Regione Lazio. E’ l’unica regione che comprende tutti i territori, dal vulcano alla costa, dalla montagna al lago, all’isola. Perché parliamo anche di vini derivanti dall’Isola di Ponza“.
Cosa vuol dire oggi un appuntamento come il Vinitaly, all’indomani delle polemiche relative alla possibilità che sull’etichetta dei vini, vengano poste delle scritte simili a quelle che leggiamo sui pacchetti delle sigarette?
“Forse bisognerebbe ragionare sul fatto di metterle anche su altri prodotti alimentari. L’abuso di alcol, di grassi saturi di tante altre cose non fa bene alla nostra salute. Bisogna osservare il problema sotto un’altra ottica. Lo vediamo anche attraverso i nostri corsi. L’approccio è quello culturale. Se c’è cultura, c’è crescita consapevole. Se c’è questo, anche nelle generazioni future c’è un consumo responsabile, più moderato e di qualità”.
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