A Roma si dice “allungamo er brodo” e Virginia Raggi ha preso sul serio il detto romanesco e si ricandida sindaco della Capitale. Del resto lei stessa ha fatto riferimento a metafore di tipo gastronomico dichiarando di non volere lasciar mangiare “quelli di prima… “, dopo aver apparecchiato la tavola. Con cosa e come, resta un mistero che solo lei saprà spiegare. Intanto aggira l’ostacolo del limite dei due mandati (una delle regole base del M5S) e prende atto del fatto che non sarà appoggiata dal PD. Neanche nel caso che si formasse una coalizione M5S-PD per le prossime elezioni.
Quindi va da sola, nel labirinto delle problematiche di Roma irrisolte in questi primi quattro anni di regno. Sia questo un atto di coraggio estremo o un tentativo disperato di dimostrare l’indimostrabile, va comunque capito anche se giustificarlo appare quantomeno difficile.
Rifiuti fuori controllo con raccolta e smaltimento inadeguate, pulizia di strade e marciapiedi pressoché inesistente. Verde pubblico abbandonato completamente e orfano di un assessore all’ambiente, trasporto pubblico che ha ormai toccato i limiti della decenza, con linee soppresse e corse saltate, tempi di attesa inconcepibili, pulizia e manutenzione dei mezzi pressoché inesistente, risorse umane utilizzate male e tanto altro ancora.
Senza toccare poi le vicende giudiziarie della sua amministrazione. Eppure tutto questo, secondo le tante persone interpellate nei luoghi pubblici popolari (bar, mercati, bus, etc.) potrebbe essere cancellato da un colpo di spugna se prevalesse il rapporto positivo che Virginia Raggi ritiene di aver creato con la città e i cittadini e che parte di loro le riconoscono.
E chi dovrebbe essere il principale antagonista? Il PD non si pronuncia, forse perché resta difficile individuare un candidato autorevole e credibile. In quell’area che, ricordiamolo, in passato fece fuori addirittura il proprio sindaco. E sul versante destro la Meloni è troppo impegnata a livello nazionale. Quindi i cittadini e non sono pochi che dichiarano di non essere del tutto ostili alla Raggi aumentano, nonostante gli impietosi sondaggi, più o meno attendibili, non le diano nessuna speranza.
La voce del popolo, che prende sempre più vita e che non va mai sottovalutata, dice che durante il primo mandato Virginia Raggi ha smantellato sistemi di governo non idonei a governare e che nel secondo mandato si vedranno i risultati tangibili delle sue vere e proprie capacità di sindaco. Sbandierando successi, tutti da verificare, quali il bilancio positivo e il risanamento Atac e le strade rimesse a nuovo, i suoi sostenitori, quasi vivessero una realtà parallela, spingono la Raggi almeno verso un auspicato ballottaggio ma contro chi non si sa ancora.
Il classico brodo allungato in una tavola sempre più priva di cibi genuini dove restano solo briciole e avanzi che rappresentano bene la Roma attuale.
Virginia Raggi si ricandida a sindaca di Roma. Le reazioni
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