Il dialetto ritenuto come unico modo di espressione per le generazioni degli anni ‘30, per i quali l’italiano era la lingua dello Stato, a quella degli anni ‘60 in un sostanziale bilinguismo, alla nostra dove il dialetto è stato quasi demonizzato e giudicato “pericoloso” per lo studio dell’italiano.
Ebbene, in un momento in cui la globalizzazione ci porta verso la conoscenza di un mondo molto più ampio e lo studio di culture lontane dalla nostra, riscopriamo improvvisamente l’importanza delle nostre tradizioni. Importanza che si vuole dare, costruendo una particolare atmosfera linguistica nella quale il dialetto – imitato, evocato o ricreato – diventa la voce di un mondo a parte, quello del racconto.
E così, l’11 ottobre 2013 a Viterbo si ha la possibilità di passeggiare per le vie di Pianoscarano ascoltando filastrocche, poesie e rime tipiche in dialetto locale.
La passeggiata notturna guidata da Antonella Ricci, si concluderà con un brindisi alla Viterbo che era e alla Viterbo che tutt’ora è.
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