Viterbo, Blera, arrestato mafioso della nuova cupola di Cosa Nostra
Dall’alba di ieri è rinchiuso nel carcere di Mammagialla, dopo che i Carabinieri del nucleo investigativo di Palermo e di Viterbo gli hanno messo le manette ai polsi
E’ stato arrestato nel cuore della notte, mentre dormiva con la moglie e il figlio nella sua casa nel centro di Blera, Nicolò Orlando, 52enne palermitano, ma da anni residente nel Viterbese. Dall’alba di ieri è rinchiuso nel carcere di Mammagialla, dopo che i Carabinieri del nucleo investigativo di Palermo e di Viterbo gli hanno messo le manette ai polsi. Disoccupato, Orlando è stato fermato insieme ad altre 45 persone nell’ambito dell’operazione che ha “documentato la ricostruzione della nuova commissione provinciale di Palermo”. Ovvero, la Cupola 2.0 di Cosa Nostra. Per gli inquirenti, Nicolò Orlando è un “affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri”, comune di 30mila anime in provincia di Palermo. Durante l’arresto i militari dell’arma hanno passato al setaccio anche la sua abitazione a Blera, ma nulla sarebbe stato trovato e quindi sequestrato.
L’indagine ha colpito i mandamenti mafiosi di Pagliarelli, Porta Nuova, Villabate e Belmonte Mezzagno. Ma ha anche sventato l’omicidio di un pregiudicato di Villabate, che avrebbe eseguito furti ed estorsioni senza l’autorizzazione di Cosa Nostra, e ha permesso all’Arma di documentare 28 estorsioni nei confronti di commercianti e imprenditori operanti soprattutto nell’edilizia. “Il pizzo – evidenzia il comandate provinciale dei Carabinieri di Palermo, Antonio De Stasio – è ancora un elemento distintivo nell’attività di Cosa Nostra. È un elemento attraverso il quale l’organizzazione raggiunge diversi obiettivi. Non solo l’arricchimento delle casse per il mantenimento dei familiari di chi è in carcere, ma anche una significativa manifestazione del controllo del territorio. Nove vittime di estorsione hanno trovato subito il coraggio di denunciare, distruggendo il muro dell’omertà”.
Tra i 46 fermati ci sono quattro capi mandamento, dieci tra capi famiglia, capi decina e consiglieri e trenta uomini d’onore. A vario titolo, sono accusati di associazione mafiosa, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni, porto abusivo di armi, danneggiamento a mezzo incendio e concorso esterno in associazione mafiosa.
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