Viterbo, cercano di introdurre hashish in carcere con un drone, sei arresti
Capece: “Circa il 30% dei detenuti è tossicodipendente e oltre il 20% degli stranieri ha problemi legati alla droga”
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), per voce del segretario del Lazio Maurizio Somma, ha comunicato che nel pomeriggio, di sabato 2 novembre, sei cittadini di nazionalità rumena e marocchina sono stati fermati mentre tentavano di portare un chilo di hashish e cinque telefoni cellulari oltre il muro di cinta dell’istituto.
Come riporta l’Ansa, i sei, tra cui una donna, e tutti di origine romena e magrebina, sarebbero stati sorpresi da agenti in borghese nella zona industriale del Poggino mentre si preparavano a mandare con un drone gli stupefacenti e i telefonini all’interno del carcere Nicandro Izzo. Il settimo componente della banda sarebbe riuscito dileguarsi ma subito si sono attivate le ricerche per rintracciarlo.
Al momento, massimo riserbo su chi fossero i destinatari dei pacchi.
Circa il 30% dei detenuti è tossicodipendente
Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE, ha poi posto l’attenzione su un problema più ampio all’interno delle carceri italiane: “Circa il 30% dei detenuti è tossicodipendente e oltre il 20% degli stranieri ha problemi legati alla droga. Nonostante il sistema giuridico italiano offra la possibilità ai detenuti tossicodipendenti di scontare la pena all’esterno, il numero di questi detenuti resta elevato“. Capece ha aggiunto inoltre che “nella più recente relazione al Parlamento del 2024 sul fenomeno delle tossicodipendenze, emerge un incremento del consumo e della diffusione di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia, accompagnato da un aumento dei reati e della domanda di trattamento. Un fenomeno che coinvolge anche la popolazione detenuta“, ha concluso, ribadendo l’impegno del SAPPE nell’offrire percorsi di formazione e aggiornamento per il personale penitenziario, proprio per affrontare queste complesse sfide.