Viterbo, detenuti di “alta sicurezza” usavano smartphone per comunicare con l’esterno
Telefonavano all’esterno anche con connessione dati wireless. Scoperti dalla Polizia Penitenziaria durante una perquisizione improvvisa
Nella serata del 23 novembre 2023, presso la Casa Circondariale di Viterbo, il personale di Polizia Penitenziaria, coordinato dal Comandante di Reparto, Dirigente Aggiunto Mara Foti, ha condotto una perquisizione in alcune stanze di una sezione di “alta sicurezza“, dedicata agli affiliati alla criminalità organizzata.
Sezione di Alta Sicurezza
È una sezione del carcere in cui sono riuniti tutti i condannati per reati di tipo associativo (mafia, traffico di droga, etc.), che sono sottoposti ad una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni.
Smartphone introdotti illegalmente nelle sezioni detentive
Durante le operazioni di controllo, sono stati scoperti quattro detenuti che utilizzavano degli smartphone illegalmente introdotti nelle sezioni detentive. Inoltre, un quinto detenuto è stato trovato in possesso di una chiavetta wireless per comunicazioni esterne. Un sesto detenuto ha tentato di distruggere uno dei dispositivi, ma grazie all’intervento tempestivo degli agenti, il tentativo è stato sventato e il dispositivo recuperato.
I primi cinque detenuti sono stati deferiti alla Procura della Repubblica per il reato previsto dall’art. 391 ter, mentre il sesto detenuto è stato deferito per l’ipotesi di reato prevista dall’art. 337. Ciro Di Domenico, Coordinatore Regionale del Lazio FP CGIL: “Questo intervento evidenzia ancora una volta l’eccellenza e la dedizione del nostro personale, nonostante le notevoli carenze organiche.
È un esempio lampante dell’impegno costante che i nostri agenti dimostrano ogni giorno per garantire sicurezza e legalità all’interno delle strutture penitenziarie.
Mirko Manna, FP Cgil Nazionale
“Mirko Manna, FP CGIL Nazionale: “Le azioni compiute a Viterbo sono la testimonianza di come, anche in condizioni di difficoltà, il personale della Polizia Penitenziaria mantenga standard di operatività elevatissimi. Questo evento sottolinea la necessità di riconoscere e sostenere adeguatamente il lavoro che gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente per la sicurezza del nostro Paese.
Considerata la caratura criminale delle persone ristrette nel carcere di Viterbo, confidiamo nella magistratura affinché possa fare piena luce sui canali attraverso i quali questi dispositivi sono stati introdotti, garantendo così ulteriori misure di prevenzione e sicurezza all’interno delle nostre strutture penitenziarie.”