Cronaca

Viterbo e Rieti, segnalati 17 albergatori e ristoratori per violazione norme anti legionellosi

Nella corrente settimana, il Nas di Viterbo ha intensificato l’azione ispettiva finalizzata ad accertare, presso le strutture turistico-ricettive, la regolarità igienico-sanitaria. In particolare la corretta attuazione delle Linee Guida per la prevenzione e il controllo della cosiddetta Legionellosi.

Le verifiche condotte dai militari specializzati hanno permesso di segnalare alle Asl territorialmente competenti di Viterbo e Rieti 17 persone.

Esse sono rappresentanti legali di altrettanti alberghi/agriturismi/B&B/ristoranti ricadenti nelle citate 2 province laziali. Ritenute responsabili del mancato rispetto della normativa in vigore, per omissioni nell’adozione dei previsti protocolli in materia.

Rischio legionellosi: mancati campionamenti acqua e controllo filtri aria

In particolare, tra le violazioni più frequenti, la mancata predisposizione del piano di valutazione del rischio da ‘Legionella pneumophila’ e delle conseguenti misure di prevenzione.

Nel dettaglio quindi la mancata adozione delle procedure di sorveglianza sanitaria con riferimento alla formazione dei lavoratori. Ma anche l’omessa esecuzione di campionamenti di acqua e controlli sullo stato di efficienza dei filtri degli impianti di condizionamento.

L’attività ispettiva svolta rientra in una campagna di verifiche disposte dal Ministero della Salute sin dal mese di febbraio 2019, mirata all’attuazione delle previste misure di sicurezza per la prevenzione del rischio di esposizione alla Legionella nelle strutture ricettive e ambienti di lavoro, a protezione di tutte le persone presenti.

Così in un comunicato il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute N.A.S. di Viterbo.

Ricordiamo che la malattia del legionario, cosiddetta legionellosi, è veicolata dal batterio legionella, del quale esistono più di 60 specie.  Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc.

Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come disseminatori del microrganismo.

Redazione

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