Viterbo, faida di ‘Ndrangheta: condanna per i killer di Canino
Ergastolo a Uras, 32 anni a Beluli e 30 a Ibrahimi, catturati dalla Squadra Mobile di Viterbo nel novembre 2012
I fatti risalgono al novembre 2012, quando furono arrestati a Canino tre killer della cosca Patania di Stefanaconi, affiliata alla 'Ndrangheta. Si tratta di Mauro Gaziano Uras, Vasvi Beluli e Arben Ibrahimi. I tre criminali furono catturati nell'ambito dell'operazione "Gringia", che vide impegnata la Squadra Mobile di Viterbo guidata da Fabio Zampaglione, i colleghi di Vibo Valentia e lo Sco.
La Cosca Patania era coinvolta in una faida con i clan Petrolo-Bartolotta e la società di Piscopio. I tre killer che avevano scelto Canino come rifugio compivano esecuzioni per conto dei Patania. Secondo la ricostruzione della Dda di Catanzaro Uras viaggiava freqeuntemente fra la Calabria e il Lazio per svolgere le mansioni che gli venivano affidati dai capi della cosca di Stefanaconi. Sarebbe stato lui ad "arruolare" Beluli e Ibrahimi, che in cambio di qualche migliaia di euro compivano omicidi su commissione.
Tra questi spicca l' "esecuzione", avvenuta nel marzo 2012, di Francesco Scrugli, 42enne esponente del clan di Piscopio. Un mese prima Ibrahimi aveva già tentato di ucciderlo davanti alla questura di Vibo Valentia. Sempre nel febbraio 2012 lo slavo si è reso responsabile della morte di Giuseppe Matina, nei confronti del quale aveva commesso un attentato a gennaio.
Beluli, invece, è accusato della spietata esecuzione di Davide Fortuna, ragazzo di 31 anni massacrato a colpi di pistola davanti alla moglie, i figli e alla madre. Nella giornata di ieri giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Abigail Mellace, ha inflitto l'ergastolo a Uras, 32 anni a Beluli e 30 a Ibrahimi. Il bilancio dell'operazione "Gringia" è di 16 arrestati, che dovranno scontare complessivamente 157 anni di carcere, oltre al già citato ergastolo per Uras. I criminali arrestati tra Lazio e Calabria sono accusati di 3 omicidi e 6 tentati omicidi.