Aveva manifestato in più occasioni condivisione e vicinanza ideologica alle vicende dell’autoproclamato Stato Islamico, arrivando addirittura ad inneggiare ai terroristi responsabile degli eccidi del gennaio del 2015 alla sede di Charlie Hebdo a Parigi, ma è stato rimpatriato con provvedimento del Prefetto di Viterbo. Il marocchino, di 29 anni, già detenuto nel carcere di Viterbo per scontare una condanna definitiva di 4 anni e dieci mesi per una serie di reati commessi nella Capitale, tra cui quello di violenza sessuale, nella giornata del 22 marzo scorso è stato accompagnato all’aeroporto di Fiumicino e rimpatriato in Marocco, con scorta internazionale assicurata da personale della Polizia di Stato dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Viterbo.
Il marocchino, nel periodo in cui è stato ristretto in vari istituti di pena nazionali , aveva avviato un percorso di radicalizzazione religiosa islamica che aveva assunto pericolosi connotati di fanatismo, manifestato anche attraverso comportamenti violenti e di sopraffazione rivolti ad altri detenuti. La sua posizione era da tempo sotto osservazione della Digos di Viterbo, nell’ambito della specifica attività di monitoraggio rivolta , in collaborazione con le istituzioni penitenziarie, ai detenuti a rischio di radicalizzazione religiosa , al fine di valutarne la pericolosità ed applicare misure preventive all’atto della scarcerazione. Sulla base delle informazioni assunte sui comportamenti del detenuto marocchino in carcere, la Digos aveva avviato un’attività investigativa coordinata dalla Gruppo di Lavoro Antiterrorismo della Procura di Roma ed eseguita in collaborazione con il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, facendo emergere rilevanti profili di pericolosità sul conto dello stesso straniero.
Lo stesso, infatti , oltre ad inneggiare agli attentatori di Parigi del gennaio del 2015, auspicando un’azione analoga anche in Italia , aveva manifestato più volte la sua adesione ideologica all’autoproclamato stato islamico assumendo posizioni di leadership e di proselitismo tra i detenuti della stessa fede religiosa. In funzione del quadro informativo delineato, valutando i profili di pericolosità emersi a carico del marocchino , il Prefetto di Viterbo, sulla base dell’attività dell’Ufficio Immigrazione della Questura, che aveva compiutamente identificato il detenuto , ottenendo il lasciapassare utile al rimpatrio dalle Autorità diplomatiche di quel Paese, ne aveva decretato l’espulsione con accompagnamento alla frontiere a mezzo della forza pubblica , convalidata dal Giudice di pace di Viterbo.
L’altro ieri, all’atto della sua scarcerazione per fine pena, il Questore di Viterbo ha organizzato una scorta internazionale. Il detenuto è stato prelevato dai poliziotti dell’Ufficio Immigrazione e accompagnato all’aeroporto di Fiumicino, dove è stato imbarcato con scorta della Polizia di Stato su un volo che lo ha condotto fino al Paese di origine.
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