Viterbo, interrogazione su potabilità acqua

Gramazio e Sabatini hanno presentato un’interrogazione a Zingaretti. Ancora nessuna risposta

“Abbiamo presentato un'interrogazione urgente a risposta scritta al presidente Zingaretti, per avere chiarimenti sui ritardi del completamento dei lavori relativi alla soluzione della cosiddetta “Emergenza Arsenico”, in alcuni Comuni della Provincia di Viterbo e dei Castelli romani”. Lo dichiarano Luca Gramazio e Daniele Sabatini, Capogruppo e consigliere alla regione Lazio, eletti nelle liste PdL.

“Com’è ormai noto – proseguono – gli interventi di potabilizzazione dell’acqua nel Lazio sono stati suddivisi in due fasi: la prima relativa alle zone con la concentrazione di arsenico superiore a 20 microgrammi per litro (lavori che dovevano essere portati a termine entro il 30 giugno 2013, e che sono stati poi prorogati al 30 settembre scorso); la seconda per le zone con una concentrazione compresa tra i 10 e i 20 microgrammi per litro (da ultimare entro il 31 dicembre 2014). Da tutti i report a nostra disposizione i lavori risultano essere in forte ritardo e molti comuni ancora presenterebbero percentuali di arsenico notevolmente superiori ai livelli consentiti dalla legge. Soprattutto nelle zone con la concentrazione superiore a 20 microgrammi per litro, superata la scadenza del 30 settembre, l’acqua non sarebbe ancora potabile generando le comprensibili e legittime proteste dei residenti.”

“A far particolare caso – aggiungono – è la nota con cui la Regione Lazio aggiorna le province sullo stato dei lavori presso gli impianti oggetto degli interventi della c.d. Prima Fase. Ebbene, nella tabella riassuntiva, pare esservi, accanto al quadro di sintesi degli interventi ultimati, un asterisco. Trattasi del classico asterisco che richiama in basso, e con caratteri così piccoli da risultare invisibili, una nota che sancisce: “L’ultimazione degli interventi non garantisce la potabilità dell’acqua per l’intero comune in quanto vi potrebbero essere interventi da realizzarsi in Seconda fase”. Tale misura cautelativa, comprensibile per i tecnici che operano nel settore, lascia però spazio a molteplici osservazioni e, ancor più, genera incertezze tra gli amministratori comunali e preoccupazioni tra i cittadini. La situazione è seria da tempo, ma queste incertezze e questa approssimazione rischiano di aggravarla considerevolmente. A causa di una comunicazione istituzionale praticamente inesistente, dal 1 ottobre parte dei cittadini interessati dal problema ritiene in errore di poter fruire tranquillamente dell’acqua che sgorga dal rubinetto”.

“Nella nostra interrogazione – concludono Sabatini e Gramazio – chiediamo delle risposte immediate non più e non solo sullo stato di avanzamento dei lavori ma, piuttosto, sulla potabilità dell’acqua visto che, lo ribadiamo, per gli impianti dove la concentrazione di arsenico era più elevata (> 20 µg/litro), i lavori dovevano concludersi entro il 30 settembre scorso”.

"Personalmente – chiosa Daniele Sabatini – ho l'impressione che si stia cercando di salvare la faccia, poiché si continua a dire che gli interventi sono stati ultimati, ma poi si aggiunge che l'acqua potrebbe non essere ancora potabile. Ai cittadini, però, ciò che interessa è la situazione delle acque, e ad oggi ancora non riusciamo a dare garanzie, nonostante i lavori della Prima Fase e le risorse necessarie fossero già stati stanziate dalla precedente amministrazione".

"Per quanto riguarda la Seconda Fase – aggiunge Sabatini – tutto tace. Gli interventi non sono ancora stati individuati. Si è iniziato a parlare di miscelazione delle acque. Ma il problema delle acque ci affligge da più di 10 anni, e, seppure l'ipotesi della miscelazione sia la più economica, non rappresenta, nei fatti, una soluzione definitiva, ma solo un'idea. Senza considerare che, quando si parla di miscelazione delle acque, probabilmente si pensa alle acque del lago di Bolsena. Purtroppo, però, le acque del lago versno in una situazione molto delicata, dato che il collettore fognario sta sversando rifiuti nel lago".

"Non si può affrontare il problema da un punto di vista ideologico – prosegue ancora – Saranno coinvolte le Università, saranno svolte ricerche: si tratta di bellissimi progetti, non lo metto in dubbio, ma non si può più perder tempo, dato che l'Unione Europea ci segnala il problema dal 1998 e ufficialmente dal 2001. Inoltre non si può non considerare il grande squilibrio che esiste tra i cittadini che vivono nelle aree coinvolte negli interventi di Prima Fase e quelli della Seconda. E' vero che bisogna agire immediatamente dove l'urgenza è più sentita, ma il diritto alla salute è lo stesso per tutti. Pertanto, bisogna garantire la linearità degli interventi".
Linearità che non esiste, poiché al momento si vive in uno stato di totale incertezza e confusione.

"Siamo ancora in attesa di una risposta all'interrogazione – conclude Sabatini – Entro un paio di settimane, se la risposta non arriverà, presenteremo una nuova interrogazione che coinvolgerà anche organi di controllo regionali e sovraordinati. Poi, procederemo con azioni sul territorio".

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