Paura per il Sindaco di Capodimonte, Antonio De Rossi, che lo scorso venerdì sarebbe stato vittima di un possibile tentativo di attentato. Il Primo Cittadino del comune in provincia di Viterbo si trovava a bordo di un elicottero quando due proiettili di una carabina hanno colpito il velivolo.
L’elicottero, che volava a bassa quota, stava sorvolando la zona tra Marta e Capodimonte, in prossimità del lago di Bolsena su cui entrambi i comuni si affacciano. A quel punto dei proiettili hanno colpito il vetro del portellone posteriore costringendo il pilota a effettuare un atterraggio di emergenza in autorotazione, spegnendo i motori nell’ipotesi che potessero aver subito un danno.
A bordo, Antonio De Rossi della Lega, il pilota esperto e altre cinque persone. Sull’episodio sono tuttora in corso le indagini della Squadra Mobile della Questura di Viterbo. La zona in cui il fatto è avvenuto è stata circoscritta.
Decise le parole di Luisa Ciambella, che accanto alla vicinanza e solidarietà espressa nei confronti del Sindaco per quello che sembrerebbe un attentato in piena regola. Ciambella si è appellata a “comportamenti che raccontano di una simbologia antica e consolidata in certi ambiti della malavita” e ha invitato tutti alla riflessione. La consigliera cita quindi le iconiche parole di Padre Puglisi, “Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”.
Quello della consigliera è un invito a non voltarsi dall’altra parte per non minimizzare quanto è accaduto. L’episodio non andrebbe trattato come un caso isolato, proprio per via delle concomitanti indagini sulla “Mafia viterbese”. Proprio ultimamente queste ultime sono andate avanti portando alla luce i recenti sfruttamenti dei lavoratori fragili nei campi e nelle pompe di benzina. Ma anche a seguito degli arresti degli imprenditori della ristorazione, e dopo il furto nella villa del Presidente Domenico Merlani, conclusosi con l’incendio della sua autovettura.
È di appena pochi giorni fa la notizia del furto avvenuto ai danni di Domenico Merlani, Presidente della Camera di commercio di Viterbo. I malviventi, dopo aver portato via una cassaforte, degli orologi e dei fucili, sono fuggiti a bordo dell’autovettura di Merlani, per poi darle fuoco.
Così come nemmeno a una settimana fa risale la notizia di caporalato nel Viterbese, in cui i 13 operai delle pompe di benzina venivano sfruttati con turni di lavoro estenuanti e retribuzioni sotto al limite della miseria. In questo caso la questura di Viterbo ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di padre e figlio originari di Caserta, che avrebbero sfruttato così i 13 operai extracomunitari.
Ciammella è andata avanti nella sua riflessione, sottolineando come non sia più possibile restare in silenzio di fronte a tali avvenimenti. Inoltre, Viterbo è entrata nella relazione semestrale della direzione antimafia 2020. Il nome della città, infatti, appare qui accanto a quello di città come Messina e Reggio Calabria.
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