Cronaca

Viterbo, viaggio nella magia dei suoi sotterranei

Quando si arriva a Viterbo, già al parcheggio si resta senza fiato. Perché lì in alto, fiera e silenziosa, la Loggia delle Benedizioni, gioiello del XVIII secolo, si prende improvvisamente la scena e non puoi fare a meno di fissarla inebetito come fossi in un luogo diverso da quello che ti aspettavi.
E quando realizzi che non si tratta di un marchingegno stile Eurodisney, ma di una delle tante meraviglie di un passato affascinante come il Medioevo che ti aspettano ad ogni angolo del centro storico viterbese, allora ti piglia la frenesia di tuffarti tra i suoi vicoli, le piazzette, le case, gli archi, le chiese e tornare indietro nei secoli per poter rivivere e assaporare la magia di un tempo che sembra desideroso di svelare i propri segreti.

Il quartiere di San Pellegrino, le piazze e i palazzi

Il quartiere di San Pellegrino, che risale al duecento ed è patrimonio dell’UNESCO, il Duomo, la Cattedrale di San Lorenzo, eretta nel XII secolo con un meraviglioso pavimento in stile cosmatesco, il Palazzo dei Papi, dove si tenne il più lungo conclave della storia (durò 33 mesi).
E poi piazza S. Lorenzo , Piazza della Morte, Piazza del Gesù, il polo civico e sociale di Viterbo, il luogo dove si amministrava la giustizia, si riuniva la cittadinanza. Lì veniva organizzato anche il mercato, sorvegliato dalla piccola chiesa di San Silvestro dell’XI secolo, nota per la tremenda uccisione da parte dei fratelli Monfort di Enrico di Cornovaglia, cugino di re Edoardo I d’Inghilterra.

Nel ventre di Viterbo si nasconde un mondo incredibile

Ma oltre a tanti luoghi conosciuti, ce n’è uno meno noto che vale la pena visitare perché riserva sorprese non indifferenti.
Si tratta della Viterbo Sotterranea, un reticolo di gallerie di una lunghezza totale che potrebbe raggiungere i sette chilometri che si estendono sotto il centro storico e conducono fin oltre la cinta muraria. Per ora l’unico tratto percorribile dei sotterranei si snoda per un centinaio di metri disposti su due livelli sotto Piazza della Morte, rispettivamente a 3 e 10 metri di profondità.

Il percorso è completamente scavato nel tufo, una roccia vulcanica che caratterizza il paesaggio attuale della Tuscia. L’origine dei cunicoli è controversa. Stando ad alcune accreditate teorie, avanzate da studiosi ed archeologi, il primo taglio nel tufo potrebbe risalire addirittura agli Etruschi. In quell’epoca, probabilmente, la struttura veniva utilizzata come sistema idraulico, un modo per raccogliere e canalizzare le acque piovane e fluviali, per poi smistarle laddove necessario proprio tramite una fitta rete di cunicoli.

Un labirinto di passaggi segreti

E’ durante il periodo medioevale che questi luoghi assunsero la conformazione attuale: alzati, allargati ed allungati, i tunnel sotterranei diventarono un autentico labirinto fatto di passaggi segreti che servivano a mettere in comunicazione le strutture nevralgiche e strategiche di Viterbo. Le gallerie, inoltre, conducevano verso tutte le uscite principali della città e assicuravano la via di fuga ai viterbesi in caso di pericolo o di assedio.

Più recentemente briganti sfruttarono i sotterranei per i loro loschi affari e nel corso della seconda guerra mondiale divennero rifugi antiaerei durante i bombardamenti.
Entrare in uno di questi cunicoli, nelle viscere della terra, è un’esperienza incredibile.
Lo fai alla luce di una torcia, con le spalle che sfregano le pareti umide, ma sei aggredito da un buio che gela le vene e da un silenzio antico che entra nel cervello e assorbe i pensieri.
C’è lo spazio sufficiente perché alla fine tu possa girare su te stesso e tornare indietro verso la luce della galleria principale.

Un millennio in pochi passi

In pochi passi attraversi millenni di storia battuti dalle picconate degli Etruschi che si alternano al rumore soffice delle tue scarpe che affondano nel terreno e torni nel XXI secolo, in una grande sala ipogea dove gli abitanti della città si rifugiavano e vivevano durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
E poi l’immancabile aurea esoterica, i riti dei templari moderni compiuti in una depressione del pavimento dove, pare, si sprigioni un’energia particolare, i simboli incisi sulle pareti, la croce, il calice rovesciato, un’atmosfera mistica che si sposa con l’umidità del luogo e le vicende affascinanti di una città dai mille volti che non finisce mai di affascinarti.

Luca Laurenti

Romano, è Biologo Patologo Clinico. Scrittore, vincitore di numerosi premi letterari nazionali e internazionali di narrativa, è da molti anni impegnato nella denuncia del degrado di Roma.

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