“Vittorio Gassman, il centenario”: tutte le tappe della carriera e vita privata del Mattatore
Un contributo documentale e illustrativo irripetibile di Vittorio Gassman, un artista immenso, dotato di una personalità straordinaria
Venerdì scorso 8 aprile, presso l’Auditorium del Parco della Musica di Roma, è stata presentata la mostra “Vittorio Gassman. Il Centenario” nella ricorrenza della nascita di uno tra i maggiori artisti del nostro Novecento. Una mostra imperdibile all’interno dello Spazio Garage del complesso multifunzionale di viale De Coubertin, a cura di Alessandro Nicosia, Diletta D’Andrea Gassman, Alessandro Gassman, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare e promossa dagli eredi Gassman e da Fondazione Musica per Roma, con l’apporto di Archivio Luce e Cinecittà.
Aperta al pubblico fino al 29 giugno 2022, sarà riproposta dal 6 luglio al 18 settembre a palazzo ducale di Genova, città in cui ebbe i natali nel quartiere Struppa, per poi diventare itinerante e trasferirsi in varie città italiane e, secondo le intenzioni degli organizzatori, anche all’estero. Durante il prologo della conferenza stampa ufficiale di presentazione e dopo l’intervento delle cariche istituzionali, hanno preso la parola tra gli altri il figlio Alessandro Gassman e la moglie Diletta D’Andrea, particolarmente commossa nel ricordo struggente del suo compagno di vita per trent’anni.
Moltissimi i personaggi della cultura, del cinema e del teatro, giornalisti e politici che hanno voluto rendere omaggio al Mattatore. Si, perché questa rassegna segue di poco altre celebrazioni importanti che testimoniano quanto sia stata nutrita nel secolo scorso la schiera dei personaggi illustri nati nel periodo e che a vario titolo hanno dato onore e fama al nostro Paese.
Ricordiamo, dopo Alberto Sordi e Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e Pier Paolo Pasolini, per citare solo alcuni protagonisti di un’epoca feconda di idee e di multiforme ingegno, che hanno riempito la personale, quotidiana esistenza di noi giovani negli anni 60 e 70.
Di tutti questi esponenti della nostra cultura e del costume dovremo sempre serbare imperitura memoria e trasferirne il patrimonio a tutti i giovani che non hanno avuto in dono la fortuna di averli contemporanei, riducendosi di molto e non per colpa gli orizzonti messi a disposizione da un quasi misero presente.
L’esposizione, ricchissima e ben strutturata, racchiude tutto il meglio della produzione, pubblica e privata, di questo geniale, inarrivabile, funambolico artista che sapeva fare al meglio ogni cosa a cui si dedicava, qualsiasi fosse il palcoscenico che gli venisse proposto. E allora eccolo ragazzo sui campi da Basket tra le file della Parioli-Bruno Mussolini in serie B, in A e poi la Nazionale. Studente del liceo classico Torquato Tasso, quindi l’iscrizione a Giurisprudenza e all’accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” voluta dalla madre per guarirlo dalla timidezza, nel 1941.
Due anni dopo partecipa al saggio finale dell’Accademia con L’Opera dei mendicanti di Brecht ed entra nella compagnia Adani-Calindri-Carraro-Gassman. In ogni sala e in apposite teche, oltre a gigantografie dell’attore e a momenti di scena sul set di circa 130 film interpretati e nei vari teatri nazionali, sono conservati preziosi documenti e articoli di stampa del suo percorso scolastico e formativo in ogni disciplina e arte.
Ogni anno della sua prolifica esistenza è scandito nei vari padiglioni della mostra, circa 1000 mq di spazi ben curati, con dovizia di dettagli, illustrazioni, aneddoti, che danno alla retrospettiva una qualità e ricchezza di rara intensità e importanza storica e documentativa senza precedenti.
Vita privata e pubbliche virtù
La commistione tra pubblico e privato dell’artista e dell’uomo connota questa mostra esemplare esaltandone il contenuto e consegna il personaggio Vittorio Gassman a una dimensione straordinariamente umana, di una vitalità straripante, inesausta, fatta di mille interessi e relazioni intense. Una vita generosa, dispendiosa, unica, senza rimpianti. Gli amori, i tre matrimoni, i figli, le passioni, gli amici degli inizi che segnarono il suo percorso anche professionale, dai compagni di classe Luigi Squarzina e Carlo Mazzarella agli amici della vita Luciano Salce, Vittorio Caprioli, Adolfo Celi, Luciano Lucignani.
Ai compagni d’avventura, oltre ai già citati, Tino Carraro, Ernesto Calindri, Luchino Visconti, Giorgio Strehler e Pier Paolo Pasolini, di cui favorì il debutto teatrale commissionandogli la traduzione dell’Orestiade. Tutto è documentato con estrema precisione. Mi inoltro all’interno delle sale ed è un trionfo di immagini, di video predisposti e alcuni concessi dall’archivio RAI. Anche la televisione diviene per Gassman strumento di diffusione di intrattenimento e cultura, poesia compresa. La folla dei visitatori diviene, di minuto in minuto, quasi ordinata ‘calca’ e testimonia dell’affetto che il pubblico nutre per il suo venerabile “Mattatore”.
Mi soffermo su alcune riflessioni che ne hanno ispirato il percorso artistico. “L’arte dell’attore differisce da tutte le altre perché è l’unica in cui l’artista usa se stesso come strumento”. E ancora. “All’Accademia imparai molte cose. Soprattutto la necessità di crearsi un bagaglio di regole. E che il talento è una condizione indispensabile, fondamentale ma non sufficiente… occorre un esercizio continuo… Si formò un gruppo, trovai gli amici ‘per sempre’“.
Premi e riconoscimenti
Resto in ammirazione davanti alla pletora di premi, alle targhe, ai David di Donatello vinti in bella mostra esposti, all’eleganza di cotanto artista! I pannelli e le gigantografie di “Amleto”, “Otello” con Salvo Randone, “Riccardo III”, “O Cesare o nessuno“, liberamente ispirato al mito di Edmund Kean, “Affabulazione” di P.P.Pasolini al Teatro Tenda di Roma con rispettivo manifesto. E lì mi soffermo con grande devozione nel ricordo indelebile di quella enorme rappresentazione. E tra uno spettacolo e l’altro sono esposti i costumi di scena indossati dall’attore.
C’è ovviamente spazio per la poesia, e quindi “Poesia la vita”, del 1987, una favola in versi da lui letti al Festival del Teatro di Volterra e che esplorano il mistero della vita. La declamazione della Divina Commedia: un contributo sonoro all’interno di una nicchia per pochi eletti. Gassman pubblica anche un libro “Ulisse e la balena bianca”, la sua versione teatrale del “Moby Dick” di Herman Melville che mette in scena in occasione delle Colombiadi di Genova, interpretando insieme Ulisse e Achab.
La rievocazione illustrata e documentale di un altro capolavoro assoluto del cinema di casa nostra: “I soliti ignoti” per la regia di Mario Monicelli. Al centro di una sala la sorpresa più grande: la Lancia Aurelia B24Spider del film “Il Sorpasso” per la regia di Dino Risi, con Jean Louis Trintignant.
Sono insieme alla giornalista del TG1 Manuela Lucchini e proprio non riusciamo a fare a meno della classica foto di rito che impressiona il mito.
A seguire altri pannelli, manifesti, immagini di film entrati nella leggenda del cinema italiano: “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, “I nuovi mostri“, film collettivo a episodi diretto da Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola, “La famiglia”, ancora di Ettore Scola, “L’armata Brancaleone’”di Mario Monicelli.
L’armatura che Gassman indossa in questo celeberrimo film è uno dei totem più ammirati e fotografati di questa mostra davvero sorprendente e inclusiva. L’amore per la poesia e la scrittura non poteva mancare espresso attraverso una parallela, intensa attività letteraria. La poesia celebrata nei libri, in scena, in televisione. Infine l’omaggio dei tantissimi pittori e disegnatori con pareti intere tappezzate dei vari ritratti dell’attore.
Si conclude qui un percorso di circa due ore che ha avuto il merito di restituire al suo pubblico e alle nuove generazioni un contributo documentale e illustrativo irripetibile di un artista immenso, dotato di personalità, magnetismo e professionalità assolutamente straordinari, che ha attraversato l’Arte in ogni sua forma, dalla letteratura, al cinema, al teatro e la cui figura appartiene a pieno titolo alla storia della cultura contemporanea.
Sebastiano Biancheri
Foto di Franco Ferrajuolo