Avete mai risposto a quei giochini-sondaggio sui social che vi invitano a scoprire la vostra personalità segreta? Che calciatore sei, che attore (attrice) sei, che amante sei, che animale sei e così via? Alcuni sono anche più specifici, del tipo quale capo di Stato sei, sei progressista o conservatore, europeista o nazionalista, welfare o mercato; altri rimandano ai tuoi ideali: metti la bandiera di solidarietà sulla foto profilo, metti il nastrino, ecc.
Sono tutti giochini molto simpatici e divertenti, alcuni sembra anche che ci prendano e, sia che siamo d’accordo o meno, spesso ne condividiamo il risultato con commenti ironici o goliardici. Dopotutto, se non hai niente da fare perché stai aspettando il bus o perché in una pausa lavoro hai voglia di “staccare” la spina, cosa c’è di male a giocare e scherzare un po’ con gli amici social dopo che hai scoperto di essere un “Raul Bova” o un “Francesco Totti”? In fondo è gratis.
O meglio: sembra gratis, a volte è veramente gratis, ma in altre… in altre sei nel paese dei balocchi, solo leggermente diverso da quello descritto da Collodi. Qui è sempre sera, il mattino dopo sembra non arrivare mai, ci si diverte e basta. In realtà dietro ogni gioco si nasconde un lavoro, lavoro non pagato: il tuo; in realtà dietro ogni gioco si nasconde un regalo, quello che fai tu a chi gestisce il gioco: un pezzetto di te. Più prosaicamente stai inserendo dei dati, i tuoi, in un data base, archivi immensi oggi noti con il termine di “Big data”. Dati di tipo “psicografico” che poi, opportunamente e diversamente aggregati, verranno usati o “venduti” a terzi interessati agli scopi più disparati: una campagna pubblicitaria, un orientamento politico ecc.
A volte il giochino è una scusa, l’importante è la condivisione del risultato, cosa che richiede spesso l’abilitazione del tuo account a una app che ti chiede di poter accedere al tuo profilo. Per farne cosa? Di certo qualcosa utile per loro, non per chi giocando risponde alle domande. Il consiglio è sempre lo stesso: non accettare giochini dagli sconosciuti perché, certamente, alcuni di questi giochi sono realmente fatti da chi vuole semplicemente divertirsi e far divertire, altri sono veramente di supporto a questa o quella causa ma, come dice il proverbio, a pensar male si fa peccato però… .
Di tutto questo parliamo giovedì 8 Giugno alle 12:05 a Radio Roma Capitale (FM 93:00) nella rubrica “Analfabeti digitali” con un intervento di Marco Montemagno sui Big Data. Ospite della trasmissione Davide Bennato, docente universitario presso l’Università di Catania, membro dell’Internet Governance Forum e tra i massimi esperti di big data, media digitali e comunicazione social.
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