La nostra intervista ad Alessandra Zedda, vicepresidente Regione Sardegna.
“La zona bianca è un bene che va preservato. La Regione Sardegna continua ad investire su test e vaccini. Siamo riusciti ad essere zona bianca perché sono state fatte correttamente le azioni di screening e in modo particolare le campagne di antigenici. Test che sono stati effettuati anche più volte in una settimana. Dobbiamo riuscire ad utilizzare al meglio i tamponi molecolari e soprattutto attivare quel modus vivendi e operandi che ha pagato. Ovvero il distanziamento, l’utilizzo di mascherine e aver evitato le riunioni carbonare.
Questo ha fatto sì che ancora la Sardegna sia in zona bianca, al cospetto di un virus che sta circolando però in maniera importante e significativa. Quindi è una bilancia che potrebbe di nuovo tendere verso le difficoltà. Ecco perché c’è bisogno della massima attenzione e soprattutto avanti con l’isolamento del virus. Il servizio pubblico sanitario è stato intensificato con una maggiore presenza di posti letto e il numero delle terapie intensive.
Ma ancora di più abbiamo operato per evitare sostanzialmente gli ospedali. I pochi positivi che abbiamo, sono seguiti quotidianamente a casa. Tutto questo ha giovato alle attività produttive che hanno riaperto in sicurezza, i nostri ristoratori, le nostre attività ludiche e i centri commerciali hanno operato nella massima sicurezza. Non abbiamo attivato il sistema del “liberi tutti”, perché sappiamo che ci sono ancora delle sacche di facile contagio. Le nuove varianti sono meno virulente ma certamente molto più contagiose ed è per questo che la Sardegna ha sollevato l’asticella in termini di controlli e di screening. Abbiamo intensificato il controllo e l’attenzione nei punti in cui il rischio contagio è più alto, porti e aeroporti.
Il nostro presidente Solinas lo aveva già detto un anno fa e oggi il tampone in quei siti è stato reso anche autonomo e possibile da parte delle autorità competenti. Massima attenzione all’arrivo in Sardegna. La campagna vaccinale è partita a rilento, come in altre parti in Italia ma si sta intensificando. E dopo i target obbligatori, quelli voluti anche dal Governo nazionale, siamo andati a vaccinare le categorie importanti e sensibili della popolazione. Mi riferisco alle Forze dell’ordine, a chi opera nella sanità pubblica e privata e a tutto il personale scolastico. In particolare credo sia fondamentale oggi guardare a chi è più indietro. Salvaguardare chi soffre il disagio, chi ha una disabilità, i bambini.
Bisogna investire sulle famiglie e arrivare a quella parte della popolazione più esposta. Faccio un appello affinché tutti contribuiscano a mantenere e a custodire la zona bianca, per la ripresa delle attività produttive e soprattutto per riavere la normalità della nostra vita quotidiana”.
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