Un pezzo del carcere romano di Rebibbia alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia. Emanuele Scaringi presenta ‘La Profezia dell’Armadillo’, tratto dall’omonimo fumetto bestseller di Zerocalcare. La pellicola, in concorso nella sezione Orizzonti, arrivera’ al cinema il 13 settembre con Fandango Distribuzione.
Il regista porta al cinema il suo primo lungometraggio, che racconta la quotidianita’ di Zero, interpretato da Simone Liberati. Il ragazzo ha ventisette anni, vive nel quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente nella ‘Tiburtina Valley’: terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi. Il 27enne è un disegnatore ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta dando ripetizioni di francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita scorre sempre uguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza Roma per raggiungere i vari posti di lavoro e le visite alla madre, interpretata da Laura Morante.
Ma una volta tornato a casa, lo aspetta la sua coscienza critica: un Armadillo, interpretato da uno straordinario Valerio Aprea, che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna costantemente su cosa succede nel mondo: “Si chiama Profezia dell’Armadillo ogni previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per oggettivi e logici destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti”, recita l’inizio della pellicola.
Scaringi cattura attraverso l’ironia e la romanita’ dei protagonisti un quartiere periferico di Roma fatto di difficolta’, centri sociali, precarieta’ e poche speranze. In questo spaccato di realta’ c’e’ Zero: un ragazzo colto, carismatico, riflessivo, cinico e terribilmente disordinato. Un giovane che salta da un lavoretto all’altro senza vedere mai un posto fisso e quindi una stabilita’. A tenergli compagnia nelle sue peripezie quotidiane, nella costante lotta per mantenersi a galla, e’ l’amico d’infanzia Secco, interpretato da Pietro Castellitto.
Nel film c’e’ spazio anche per l’amore mischiato con il dolore: la notizia della morte di Camille, una compagna di scuola e suo amore adolescenziale mai dichiarato, lo costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione di ‘tagliati fuori’. Zero prende per mano lo spettatore e lo porta nella sua elaborazione del lutto attraverso la commedia. Non si piange con il protagonista, ma si ride e ci si emoziona.
“La Profezia dell’Armadillo e’ anche un piccolo omaggio all’universo narrativo con cui e’ cresciuta la generazione di Zero e Secco- ha dichiarato il regista- film come i Goonies o Stand by me. L’Armadillo e’ il nostro Gremlin“.
Agenzia Dire, Lucrezia Leombruni
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